Perché il Congo ha cancellato internet

Si estende il blocco del Governo sui servizi della Rete: imposto agli operatori nazionali di bloccare anche gli sms in entrata e uscita

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La Repubblica Democratica del Congo ci ha messo solo 3 giorni per far dimenticare internet alla propria popolazione. In 72 ore sono caduti servizi essenziali come gli sms, il cui traffico è stato bloccato dagli operatori di telefonia per ordine del governo. Il motivo del blackout deriva dalle proteste dei cittadini contro il Presidente Joseph Kabila, convinto che gran parte dei disagi derivino dalla possibilità dei ribelli di organizzarsi tramite la Rete. Secondo il Governo infatti da quando non sono più disponibili servizi voce e dati all’interno del paese, le proteste sarebbero diminuite e il malcontento meno organizzato. Restano però nella memoria le 15 persone uccise dall’inizio del dissenso, numero che per la Federazione Internazionale sui Diritti Umani è pari a 42.

Il motivo del dissenso

La goccia che ha fatto traboccare il vaso della poca tolleranza di Nabila è stata la pressione esercitata dalla massa per far bloccare una legge al Senato con cui si richiedeva un censimento della popolazione prima delle prossime elezioni nazionali in programma nel 2016. Secondo gli oppositori, un reale censimento richiederebbe anni (il Congo è grande quanto tutta l’Europa dell’Est), causando così un’estensione temporale del mandato presidenziale senza un nuovo voto. Le Nazioni Unite, presenti in Congo con il loro contingente più grande, hanno espresso l’urgenza per il rispetto dei diritti umani chiedendo un rapido ripristino dei servizi internet. Il ministro per l’Informazione Lambert Mende però insiste: “Tutto tornerà a funzionare quando si sarà ristabilita la normalità”.

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