Serve un Vivaldi per suonare Opera

Gli orfani del browser in voga qualche anno fa, soprattutto sul mobile, potranno consolarsi con un nuovo progetto voluto da alcuni sviluppatori norvegesi

Se Paganini non ripete, Vivaldi non ci pensa due volte a tornare sul palco. Solo che la prima volta lo aveva fatto con le vesti di Opera, il browser web che riscuoteva successi soprattutto tra gli utenti smartphone che potevano navigare in rete con un occhio al traffico dati. Opera era infatti una porta per internet studiata appositamente per la connessione mobile: pagine ridotte all’osso e foto in bassa risoluzione permettevano di godere di contenuti ottimizzati per il piccolo schermo degli smartphone dell’epoca. Solo che con l’avanzare della tecnologia Opera non ha saputo più tenere il passo della concorrenza. L’approdo dei vari Chrome e Firefox anche su iOS (solo Chrome) e Android (entrambi) ha permesso agli utenti fidelizzati di usare lo stesso browser a cui erano abituati sul desktop, portando sempre con sé preferiti e cronologia.

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Si torna in scena

Secondo Jon von Tetzchner, ex CEO di Opera, il browser corrente non rispecchiava più il progetto originale per cui c’è stato bisogno di tornare alle radici per offrire al pubblico un prodotto aperto e flessibile, in grado di incontrare le esigenze del navigatore moderno. Il punto focale di Vivaldi è la possibilità di essere modificato e implementato dalla comunità di sviluppatori. Uno stesso obiettivo che si era posto anche Opera ma che con il tempo, oggi siamo alla release 27, si è perso nei meandri dell’azienda sviluppatrice che man mano ha reso il browser troppo simile alla concorrenza invece di lasciare quel tocco “alternativo” di cui si faceva portatore all’inizio. Per ora Vivaldi è disponibile in versione preview tecnica, ben lontano dal poter essere paragonato al suo predecessore ma i presupposti sembrano esserci tutti. Del resto si sa: chi ben comincia è a metà…dell’Opera!

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