Privacy digitale: il rischio inglese

inghilterra legge spionaggio

La seconda versione dello Snoopers’ Charter potrebbe permettere alla polizia di accedere alla cronologia web di chiunque nel Regno. Ecco in che modo

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L’Investigatory Powers Bill è un po’ come il FISA statunitense, una sorta di corpo giuridico indipendente dal governo britannico, che ha il potere di consentire azioni di vigilanza da parte dell’Intelligence in casi particolari. E proprio come il FISA il suo funzionamento è stato messo sotto l’occhio della lente quando Snowden nei suoi documenti ha mostrato le pratiche della GCHQ inglese, ovvero spiare i cittadini europei al pari della NSA negli Stati Uniti. Ma a differenza di quanto chiede il Parlamento Europeo ad Obama, cioè terminare le procedure di monitoraggio dei cittadini e politici continentali sia online che offline, la seconda versione che istituzionalizza l’Investigatory Powers Bill potrebbe aumentare le maglie degli spioni di Sua Maestà.

Magna Carta

Lo Snoopers’ Charter, il documento che legittima l’operato del soggetto giuridico, è pronto per approdare al governo in una nuova veste, quella che per molti sostenitori dei diritti civili permetterebbe agli organi di polizia di tracciare in misura maggiore gli utenti inglesi, pescando a piene mani nella loro cronologia web. Secondo fonti nazionali, alti funzionari delle forze britanniche avrebbero fatto pressione sulla politica per spingere l’adozione di una norma che consenta di conservare per un periodo di 12 mesi i dati lasciati dalle persone in rete, tra cui l’archivio dei siti visitati.

L’iter burocratico

L’accesso a tali informazioni non sarebbe automatico ma dovrebbe essere rilasciato da un giudice che non avrebbe però molta difficoltà a garantire alla polizia, alla National Crime Agency e altri istituti ufficiali la lettura dei database ottenuti dalle compagnie di telecomunicazioni e fornitori di contenuti. “Vogliamo che ci sia un consenso su tutto ciò, che venga preservata la privacy dei cittadini ma anche la loro sicurezza, come quella dei più deboli e delle vittime – ha detto Richard Berry, a capo del consiglio nazionale della polizia al Times – quello che ci serve è avere accesso al chi, dove, quando e cosa di ogni tipo di comunicazione, sia che riguardi Facebook, siti bancari o piattaforme per lo scambio di immagini illegali”. Ma non è così semplice: gli oppositori si sono fatti sentire, spiegando come atti del genere ledano le libertà individuali e disegnino un quadro generale per nulla rassicurante.

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