#SEND15, teoria e pratica

Sorprendere, ascoltare, coinvolgere

Cinque lezioni imparate dalla seconda edizione di #SEND15, l’appuntamento targato ContactLab dedicato all’evoluzione delle relazioni tra i consumatori e i brand. La prima. Le parole sono importanti e l’abuso ne logora il senso. In dialetto milanese, opinion leader si dice “facia de palta”, brainstorming equivale a “rebelot” e meeting si traduce con “se vedum al bar”. Così Nanni Svampa, storico interprete del cabaret musicale milanese e della canzone d’autore ha restituito verità al lessico del marketing. La seconda. La comunicazione è un patto. Lo ha spiegato Carlo Alberto Carnevale Maffé, docente di strategia aziendale all’Università Bocconi – SDA Bocconi School of Management. «Chiunque tocchi il linguaggio firma un contratto. La comunicazione digitale deve essere leggera, responsabile e sempre verificabile». La terza. «I dati sono il cuore delle strategie di business». Lo ha detto l’amministratore delegato di ContactLab, Massimo Fubini, che ha spiegato anche il nuovo assetto strategico della società e la nuova roadmap di prodotto. «Siamo passati da una semplice piattaforma tecnologica per l’invio di email all’offerta di soluzioni di digital direct marketing “chiavi in mano”. Il nostro obiettivo è sviluppare soluzioni capaci di aiutare i clienti a mappare gli interessi dei consumatori per creare campagne più efficaci e instaurare rapporti duraturi con il proprio pubblico di riferimento».

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La quarta. Ascoltare il cliente, non significa spiarlo, ma capire i suoi bisogni. ContactLab sta lavorando insieme a Facebook per implementare nella propria piattaforma l’utilizzo delle “Custom Audience”. Attraverso l’integrazione sarà possibile per i brand esportare con un semplice click un database utenti o un segmento come Custom Audience ed eseguire delle campagne mirate su Facebook. La quinta. La differenza tra Big Data e Bad Data. Il direttore del MIT SENSEable City Lab, Carlo Ratti, ha spiegato come progettare partendo dai dati per rendere gli edifici e gli spazi della città più smart. Alla malta e ai mattoni si sostituisce un impasto di fibre ottiche, capacità di calcolo, sensori e Big Data. «Grazie alle crescenti capacità di leggere i Big Data – ha detto Ratti, raccontando l’esperienza del supermercato del futuro realizzato per Coop Italia a Expo 2015 – possiamo comprendere meglio la realtà e conoscere meglio gli oggetti che molto presto saranno in grado di raccontarsi da soli».

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