Selta celebra con il PBX virtuale i trent’anni del primo “centralino intelligente”

pbx virtuale

Oggi l’azienda piacentina si conferma numero uno nelle TLC aziendali italiane

Trent’anni dal primo centralino “intelligente” nato in Italia, uno dei primi al mondo, al “PBX virtuale”, nuovo gioiello anche per la clientela di Telecom Italia. Selta ha celebrato una storia di primati nella business communication italiana. Era il 1985 quando nasceva, nei laboratori di Selta di Porto d’Ascoli – San Benedetto del Tronto dedicati alle comunicazioni aziendali, il SAE 2010, un PBX, o, come si diceva allora, un “centralino” telefonico innovativo e destinato a segnare una generazione durata oltre un decennio. Successore del SAE 30, che era nato come felice evoluzione di una centrale di transito (PATX), il 2010 poteva crescere fino a 480 interni, ma soprattutto era caratterizzato da un’architettura unica nel suo genere, basata su una matrice di commutazione interamente numerica, in tecnica PCM. Le conseguenze di quest’approccio rivoluzionario per l’epoca si traducevano in una ricchezza di servizi senza precedenti.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Il canale di comunicazione verso i terminali, a loro volta di nuova generazione e numerici, che avrebbero inaugurato la generazione dei SAEfon, consentiva un flusso dati a 144 kbit al secondo, con  una codifica PCM (Pulse Code Modulation). I 144 kbit erano ripartiti a loro volta in due sottocanali “B” da 64 kbit/s ciascuno, che in seguito si sarebbero sposati idealmente con la struttura dati dell’ISDN, e un canale “D” di segnalazione a 16 kbit (2B + D = 144 kbit/s). Il secondo canale da 64 kbit/s poteva essere usato per collegare dispositivi informatici, come un computer o una stampante: prestazioni non trascurabili se si considera che a quel tempo le LAN erano solo agli inizi e la comunicazione interna avveniva normalmente ancora con i lenti collegamenti a 9,6 kbit /s.

Leggi anche:  Perché il Retail ha bisogno di una connettività resiliente e sicura

L’aspetto innovativo era tuttavia rappresentato anche dal canale “D”, a più bassa velocità, ma particolarmente utile viste le applicazioni di un PBX. Per esempio, un terminale in una camera d’albergo poteva associare un sensore di fumo in un impianto di sicurezza, oppure un termostato. Applicazioni particolarmente appetite nelle aziende e negli esercizi alberghieri, che sarebbero diventati rapidamente un terreno privilegiato per i Selta SAE.

L’arrivo della famiglia SAE avrebbe segnato una svolta nel settore, alle prese con il passaggio dalla tecnologia elettromeccanica a quella digitale: un passo avanti così significativo e anticipatorio, che l’azienda italiana avrebbe successivamente stretto alleanze anche con alcuni dei grandi gruppi europei del settore per fornire questa piattaforma tecnologica su base OEM. Negli anni a venire, ulteriori “salti tecnologici” avrebbero segnato la presenza di Selta nel settore. Negli anni ’90, il successore del SAE 2010, il SAE 3000, sarebbe stato il primo PBX “made in Italy” conforme alle specifiche Euro ISDN.  Nel 2003, il S@EIPX avrebbe ricevuto il premio ANIE per l’innovazione come primo sistema “IP Enabled”, ovvero in grado di poter operare non solo sulla rete telefonica tradizionale ma anche su quella digitale a pacchetto utilizzata per le connessioni Internet.

Oggi i “nipoti” di quei precursori, la famiglia “SAM”, sono i pionieri di una nuova fase, caratterizzata da elementi come web, cloud, virtualizzazione. La serie SAMoffice (fino a circa 400 utenze) e SAM4000E (fino a oltre 3 mila) è la più potente famiglia di PBX progettata e realizzata in Italia, ma il vero salto qualitativo è rappresentato dalla virtualizzazione introdotta con la serie SAMubycom, che rappresenta un pilastro dell’offerta di servizi cloud di Telecom Italia (il servizio Virtual PBX/UCC di “Nuvola Italiana”, per le aziende mono e plurisede).

Leggi anche:  Reti intelligenti: Westcon presenta la piattaforma Juniper AI Networking

Grazie a questa piattaforma applicativa, ormai non è più richiesto tenere in azienda apparati dedicati, perché tutte le funzionalità sono basate sui server remoti dell’operatore. Attraverso la rete a banda larga è possibile servire in modo unificato e integrato anche organizzazioni molto complesse – alcuni dei clienti in essere hanno un centinaio di sedi sparse sul territorio – accedendo anche da smartphone collegati al router aziendale o a quello di casa oltre che alla rete mobile.

A trent’anni di distanza, sottolinea il presidente Carlo Tagliaferri, “Selta  si conferma il maggior produttore in Italia di sistemi di comunicazione aziendale, con una gamma di apparati fisici e di soluzioni virtualizzate che va dal piccolo ufficio alla grande organizzazione con migliaia o decine di migliaia di utenti. Quest’offerta si  completa idealmente anche con un altro primato nazionale di Selta, quello di produttore di riferimento in Italia di tecnologie per la rete a larghissima banda, con piattaforme che sono già state adottate dai maggiori operatori di telecomunicazioni nel Paese. Quella visione di decenni fa prosegue, potenziata e con una forza di innovazione continua che ci permette di confrontarci con successo con la più qualificata concorrenza mondiale”.