Online o dal vivo, la prima impressione conta sempre di più

Lavoro nel settore IT: competenze necessarie, ruoli in crescita, suggerimenti per le aziende

Uno studio commissionato da LinkedIn rivela come per i lavoratori italiani sia difficile parlare della propria occupazione e dei relativi successi professionali, ma soprattutto come la maggior parte dei professionisti non curi abbastanza la propria identità digitale che invece è sempre più importante per i recruiter a caccia di talenti

Un nuovo studio condotto da Censuswide e pubblicato da LinkedIn, il più grande network professionale su Internet del mondo, rivela le difficoltà dei lavoratori quando si tratta di parlare di sé in un contesto professionale.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

I lavoratori di tutto il mondo, infatti, fanno fatica a spiegare di cosa si occupano (40%) e circa un quarto (24%) afferma che è difficile parlare dei propri risultati professionali. Dallo studio emerge inoltre che il 53% degli intervistati teme che parlando dei risultati ottenuti sul lavoro potrebbe dare l’impressione di vantarsi, mentre solo il 35% non ha problemi a farlo. Pur trovandosi in difficoltà quando si tratta di parlare di se stessi e considerando molto più facile (52%) raccontare dei risultati ottenuti dai colleghi.

In Italia questi valori seguono le medie internazionali con qualche variazione. Il 48% dei professionisti tricolore intervistati, infatti, ha dichiarato di non riuscire a spiegare di cosa si occupa e il 23%, invece, afferma di avere difficoltà a parlare dei propri successi professionali. Il 66% dei partecipanti alla ricerca ha paura di risultare vanitoso parlando dei suoi risultati lavorativi, mentre solo il 27% si sente sicuro nel farlo, anche se ovviamente per il 60% dei professionisti italiani è molto più semplice parlare dei risultati dei colleghi.

L’importanza della comunicazione

Nonostante la riluttanza a pubblicizzare il proprio successo professionale, è comunque importante farlo. Dal sondaggio risulta che l’88% degli intervistati italiani coinvolti nel processo di recruiting della propria azienda ritiene che le probabilità che un colloquio abbia esito positivo sono maggiori per i candidati capaci di esporre brevemente quello di cui si occupano. Per l’80% la capacità di comunicare chiaramente i risultati conseguiti è una delle caratteristiche più apprezzate in un candidato.

Leggi anche:  Mechinno sarà presente a FARETE 2023 di Bologna

Dare una buona prima impressione è quindi fondamentale per la ricerca del lavoro

Il 99% dei professionisti è consapevole di quanto sia importante trasmettere un’impressione positiva quando ci si presenta per una nuova posizione. In Italia il 73% delle persone coinvolte nel processo decisionale per la selezione del personale controlla il profilo LinkedIn di tutti i candidati e più della metà (65%) considera la presenza online del candidato importante tanto quanto quella fisica.

Al contrario, più di due terzi (70%) dei professionisti non si erano mai preoccupati della propria identità online prima di ricoprire la posizione attuale e a differenza di quanto affermato dai recruiter solo il 57% dei lavoratori del Belpaese invece crede che l’impressione che si trasmette online è altrettanto importante di quella che si dà di persona e quasi tre quarti (70%) degli intervistati credono che sia difficile recuperare dopo una prima impressione negativa.

“Saper comunicare in modo chiaro i propri successi professionali è il primo passo per farsi notare” ha commentato Marcello Albergoni, Head of Italy di LinkedIn, “A questo scopo, niente funziona meglio di un buon profilo LinkedIn in cui presentare i successi conseguiti e dimostrare la propria esperienza. Contano anche le piccole cose. Ad esempio, l’aggiornamento del profilo con una nuova esperienza o la pubblicazione di un’immagine che aiuti a definire meglio il nostro essere professionisti può portare il nostro account a un numero di visualizzazioni fino a 21 volte superiori al normale, migliorando le probabilità di ottenere il lavoro desiderato”.