I brand di Twitter tracciano gli emoji

Sul microblog c’è la novità del tracking delle faccine inserite nei tweet degli utenti: un modo in più per targetizzare l’audience

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Il biennio 2015-2016 ha visto la consacrazione definitiva delle emoticon. Le conosceva solo come punteggiatura inserita negli SMS diversi anni fa, al massimo nei messaggi di chat, poi tutto è cambiato. La grafica colorata, la personalizzazione e l’ingresso di creativi indipendenti ha permesso al particolare settore di godere di una spinta notevole, tanto da inserirsi praticamente in ogni piattaforma online, anche nei client professionali. Se dunque le emoji sono entrate nel digital-lessico internazionale, è alquanto condivisibile che le aziende vogliano cominciare ad analizzarle, come fossero termini classici inseriti in un contesto più ampio.

Il caso Twitter

Ecco perché i brand che usano Twitter a livello professionale, sfruttando anche le potenzialità dei contenuti sponsorizzati, potranno presto ricevere insight sull’utilizzo delle emoticon da parte di un certo pubblico. Ciò permetterà al marketing di indirizzare meglio campagne su persone considerate più propense ad un certo prodotto, all’uso di una determinata lingua o, grossolanamente, etichettate come tristi contente a causa di un paio di faccine con tale tono, pubblicate in un determinato periodo di tempo. Secondo Twitter, dal 2014 sulla piattaforma sono state postate oltre 110 miliardi di emoticon, un bel po’ di materiale su cui lavorare. La funzionalità di ricerca e analisi delle emoji è stata rilasciata globalmente nelle ultime ore.

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