Raspberry lancia Pixel il nuovo OS desktop

Il piccolo computer campione di vendite rinfresca il sistema operativo costruito su Debian. Tante piccole novità, a partire da Epiphany

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Si chiama Pixel (si proprio come i prossimi smartphone di Google) ed è il nuovo sistema operativo di Raspberry Pi. La Fondazione lo ha presentato spiegando anche il curioso significato dietro il termine che rimanda chiaramente a temi prettamente tecnologici. Pixel vuol dire Pi Improved Xwindows Environment Lightweight, un ambiente produttivo migliore ma anche più snello, che restituisce un’esperienza d’uso e visiva molto più vicina a quella dei concorrenti desktop a differenza delle varianti N00BS. Certo, ci sono degli aggiornamenti grafici minori, come uno splash screen più ampio, ma non ci si ferma mica qua.

Due anni di lavoro

Ci sono voluti due anni di lavoro per raggiungere un risultato del genere e ora Pixel entra a far parte definitivamente del mondo Raspberry Pi con un’installazione di default su tutti i prossimi modelli. Tra le novità, come la presenza di RealVNC e l’emulatore SenseHAT, c’è soprattutto un rinnovato browser: Epiphany, una personalizzazione del già conosciuto Chromium, progetto in divenire di Google, basato su Chrome. La cosa interessante è che il software contiene già diverse implementazioni come il blocco istantaneo degli ad, l’accelerazione hardware nello streaming video e il forcing del rendering per i filmati di YouTube così da poter essere ottimizzati per la piattaforma. Ma in che modo Raspberry intende gestire la questione di Pixel in termini legali e di possibili fraintendimenti con Big G? “Non mi aspetto nessun problema con loro – ha detto Simon Long, il designer che ha lavorato all’interfaccia – si tratta di un termine molto generico e posizionato in un ambito davvero differente rispetto a quello che facciamo noi”. Pixel può essere scaricato direttamente dal mini-computer oppure a questo indirizzo.

Leggi anche:  Cloud, un vantaggio competitivo se gestito con valore