Non solo case: Airbnb penserà al resto del viaggio

La startup nata per mettere in contatto chi cerca e offre appartamenti in affitto per un breve periodo si lancia nell’organizzazione di attività turistiche “locali”

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L’evoluzione è dietro l’angolo: D’altronde, se Facebook è nato come mero social network e si è trasformato, con il tempo, in una piattaforma per chattare, comprare e vendere oggetti, comunicare con aziende e ricercare servizi, allora anche Airbnb può benissimo andare oltre il suo scopo principale, quello di semplificare la comunicazione tra il turista e che affitta appartamenti e stanze per un breve periodo. Lo ha rivelato il CEO Brian Chesky durante un incontro a Los Angeles nei giorni scorsi. “Per tante persone viaggiare è semplice ma non è magico. La domanda è: come si può creare questa sorta di magia? Coinvolgendo le comunità locali”.

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Di cosa si tratta

Nella pratica, la lunga vision di Airbnb è quella di continuare il suo servizio di affittacamere/case ma con una centralità maggiore sull’esperienza turistica. Il punto è, durante il soggiorno, è sempre difficile incontrare o conoscere le persone che vivono in un determinato posto, magari per ricevere consigli sui posti da visitare o il ristorante migliore. Qui arriva l’idea della startup: creare dei pacchetti personalizzati, alcuni anche di un’ora o due, organizzati per hobby o passioni e veicolati da partner (privati) dell’iniziativa. Non si tratta di guide turistiche in toto ma di specialisti di attività singole da fruire quando si vuole, una sorta di Smartbox ma inserito nella logica social dell’app. Si parte con San Francisco, Los Angeles, Havana, Nairobi, Detroit e Seoul ma presto Airbnb Experiences and Place potrebbe sbarcare altrove, anche in Italia.

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