Da Twitter mano all’FBI: fornite le credenziali di due iscritti

Twitter inizia a implementare il pulsante di modifica ma non per tutti

La settimana scorsa il social network ha reso pubblica la notizia, spiegando come si trattasse di indagini nell’ambito della sicurezza nazionale

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Non solo dinieghi ma anche collaborazione. Dai social network possono arrivare informazioni fondamentali per far compiere alle indagini di polizia passi decisivi verso una finalizzazione. Ed è per questo che l’FBI, probabilmente con maggior garbo di quanto usato nei confronti di Apple, ha chiesto e ottenuto da Twitter i dati relativi a due iscritti, nell’ambito di differenti inchieste. La settimana scorsa il microblog ha pubblicato un aggiornamento sul suo blog circa le richieste formulate dagli organi federali attraverso le National Security Letters (NSL), documenti che impediscono alle aziende di notificare tali domande ai titolari di un account, pur proseguendo a soddisfare le procedure mosse dalla polizia. Ebbene, di recente l’FBI ha modificato leggermente i programmi, lasciando che le compagnie avvisino i loro utenti dell’istanza governativa.

Cosa accade

E così, veniamo a sapere che il 25 settembre del 2015, l’agente dell’FBI Michelle Klimt, di Jacksonville in Florida, ha avviato una richiesta di informazioni circa un account (non rivelato) mentre un anno dopo, nel giugno del 2016, era toccato a Michael Anderson, anche lui dell’agenzia federale, di Houston in Texas, avanzare la domanda. In entrambi i casi Twitter ha proceduto con il rilascio dei dati nel giro di qualche mese. Si tratta di due casi importanti, una minima parte di quanto il governo USA vorrebbe ottenere dai social network che, da parte loro, vorrebbero fornire maggiore trasparenza agli iscritti, dettagliando le modalità con cui gli stati agiscono per procurarsi i contenuti desiderati.

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