SailPoint, l’identity governance per il business

Le soluzioni IT per il controllo degli accessi e dell’utilizzo delle applicazioni sono sempre più importanti, alla luce dello sviluppo del cloud e del mobile, spiega il numero uno italiano della texana SailPoint

«Nella nostra qualità di leader dell’identity governance, forniamo ai clienti sparsi in tutto il mondo quella che noi chiamiamo Power of identity, ovvero la forza dell’identità, grazie alla nostra piattaforma aperta di identità, che offre alle aziende la possibilità di entrare in nuovi mercati, di scalare la forza lavoro, di abbracciare le nuove tecnologie, di innovare più rapidamente e di competere a livello globale, sempre in modo sicuro» – spiega Nicola Milone, country sales manager Italy di SailPoint. La società, fondata dieci anni fa nella capitale del Texas, Austin, annovera tra i propri clienti numerose tra le più grandi aziende del mondo in quasi tutti i settori, tra cui: otto delle banche principali, quattro dei primi cinque operatori healthcare, sei assicurazioni tra le top sette e cinque delle prime aziende farmaceutiche. SailPoint, che nell’area EMEA ha sedi in Italia, Francia, Germania e Regno Unito, è considerata il «pioniere nel mercato dell’identity governance, e oggi fornisce un insieme integrato di servizi cloud-based, tra cui controlli di compliance, provisioning, gestione delle password, singolo sign-on e governance dell’accesso ai dati, avendo sempre in mente la convinzione che l’identità costituisce un business enabler fondamentale» – prosegue Milone.

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LA VISIBILITÀ COME FATTORE CHIAVE

Le soluzioni di gestione dell’identità possono dare un ottimo contributo al business, in quanto «la visibilità è il precursore fondamentale per l’automazione: non si può controllare ciò che non si può vedere. Con l’identity governance non solo si ha una visione chiara e documentata delle applicazioni, dei sistemi e degli utenti in tutta l’azienda, ma anche la possibilità di automatizzare i privilegi e i diritti di accesso nell’intero ecosistema IT» – dice Milone, sottolineando che «questo libera ore di tempo che possono essere riapplicate ad altre aree aziendali, mentre la visibilità fornita dall’identity governance si estende anche verso aree che possono essere oggetto di evoluzione per far crescere il business, in quanto i team più snelli e agili, non più gravati da processi e procedure, possono cogliere con maggiore rapidità le opportunità. Inoltre, con la comprensione di quali applicazioni e sistemi vengono utilizzati in azienda, e da chi sono usati, è possibile individuare eventuali lacune. Per esempio, si potrebbe notare che mancano alcuni programmi chiave per migliorare la produttività. Oppure, che si stanno spendendo soldi, che potrebbero essere vantaggiosamente impiegati altrove, su applicazioni che non vengono utilizzate».

VASTO UNIVERSO

La gestione dell’identità può aiutare le aziende a utilizzare sempre meglio cloud, mobile e social media, ma senza dover fare compromessi nella protezione delle informazioni. Al riguardo, Nicola Milone non ha dubbi: «Quando si parla di “utenti business” si intende un vasto universo, formato da dipendenti, collaboratori e partner, che hanno accesso a dati e applicazioni da un ampio numero di dispositivi, compresi quelli personali, da qualunque parte del mondo. Sommando tutte le applicazioni e gli utenti, le aziende potrebbero tranquillamente avere anche un miliardo di punti di accesso, ognuno dei quali può costituire un punto di esposizione. Con l’emergere di una forza lavoro sempre più mobile e delle tecnologie cloud, il presidio degli accessi e la gestione delle identità sono diventate una priorità strategica. L’identity management può dare alle aziende la possibilità di costruire una moderna infrastruttura di sicurezza, centrata intorno ai propri utenti e all’accesso ai propri dati. A partire dalla fonte e gestendo il target più immediato, cioè le persone, le aziende possono trovare un modo per svilupparsi senza paura».

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