Cortana prende il posto di Google Assistant su Android

Chiunque voglia districarsi (ma solo in inglese) con il machine learning di Microsoft potrà farlo sul proprio cellulare, scaricando l’update direttamente dal Play Store

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La strategia di Microsoft è chiara da tempo: migliorare sempre più le proprie app mobili per i sistemi concorrenti prima di rilasciare una serie di nuovi dispositivi hardware Windows 10. Se sarà interessante capire la strategia di Nadella per riprendere le redini di un mercato, quello degli smartphone, che vede la fetta di Redmond ridursi sempre di più, non si può negare che le applicazioni del team per iOS e Android siano già il miglior connubio possibile di design e funzionalità, per essere produttivi ovunque e in qualsiasi momento. La scommessa della compagnia americana, come di tante altre, guarda al machine learning e ai rapporti sempre più stretti tra bot e utenti finali.

Cortana al posto di Google

L’apice massimo dell’assistenza virtuale si chiama Cortana, che da oggi può integrarsi del tutto con la piattaforma Android. Disponibile come app in versione beta sul Play Store, l’ultima versione permette di rimpiazzare totalmente Google Assistant sul telefonino, per prendere il controllo principale delle applicazioni e funzioni gestibili sia vocalmente che tramite testo. Per sostituire il servizio di default di Android basta installare la controparte di Microsoft e darle tutte le autorizzazioni necessarie. A quel punto potrà leggere e scrivere sms, cercare qualcosa su internet e rispondere in maniera diretta a domande specifiche, come le classiche sul meteo o partite future della propria squadra del cuore. Come detto, il software opera esclusivamente in inglese, a differenza di quanto avviene sui dispositivi mobili Windows 10 (i Lumia), dove Cortana si adatta nativamente alla lingua del paese di utilizzo, anche l’Italia. Ad ogni modo, la versione Beta è un’ottima maniera per testare il lavoro di Redmond fuori dal suo campo d’azione, apprezzando ancora una volta la qualità dell’applicazione. Su iOS l’integrazione non è (e non sarà per il momento) possibile, a causa della logica chiusa che Cupertino applica ad alcuni elementi del suo ecosistema.

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