Google blocca le pubblicità sulle criptomonete

La Repubblica Centroafricana è il secondo paese ad adottare i bitcoin come valuta nazionale

A partire da giugno Big G eliminerà dalle proprie piattaforme tutti gli ads che sponsorizzano bitcoin e simili per evitare truffe e raggiri

Per capire quanto di ancora inesplorato e potenzialmente pericoloso ci sia dietro il mondo delle criptovalute basta guardare Google. Il gigante di Mountain View ha infatti deciso che a partire da giugno non accetterà più banner e annunci pubblicitari che sponsorizzano bitcoin e simili. La mossa può essere vista come un estremo tentativo di arginare la speculazione intorno al fervente mondo delle valute digitali alternative, che proprio grazie ai coin stanno assumendo una notorietà massima. Come spiega Big G su AdWords, la piattaforma di gestione degli adv ad essere bannati sarà ogni forma di pubblicità su contenuti relativi alle cryptocurrency, tra cui offerte di avvio ICO, promozioni su portafogli personali e servizi di trading.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Futuro incerto

La notizia è ovviamente un argine al complesso mondo delle valute crittografiche che, almeno nelle forme più conosciute, andranno avanti anche senza l’appoggio di advertising di Google. Scott Spencer, direttore degli annunci etici di Google ha detto ai microfoni della CNBC: “Non abbiamo una sfera di cristallo che ci indichi il futuro delle critpomonete ma negli ultimi tempi abbiano assistito a potenziali rischi per i navigatori in un’area che si dovrebbe approcciare con la dovuta cautela”. Il cambio di policy avrà effetto su tutta l’offerta adv, che vuol dire un ban lungo l’intera pletora di siti e app gestite da Google: dalle ricerche a Gmail, da YouTube a Google+, passando per Chrome e i portali cloud. Nel 2017, secondo le recenti statistiche, il team della compagnia ha rimosso circa 3,2 miliardi di bad ads che non rispettavano le norme del gruppo, quasi il doppio rispetto ai 1,7 miliardi del 2016. L’obiettivo è abbassare decisamente i numeri a partire dalla seconda parte del 2018.

Leggi anche:  MIX - Milan Internet Exchange rinnova la certificazione OIX-1

[amazon_link asins=’3639778960,B01J824R7M,B077GX4Z86′ template=’ProductCarousel’ store=’dmo0e-21′ marketplace=’IT’ link_id=’e9105a40-2839-11e8-952d-7593dfad3885′]