Aruba, un progetto chiamato data center

Global Cloud Data Center Aruba
Aruba, un progetto chiamato data center

A un anno dall’apertura di Ponte San Pietro la prossima tappa è Roma 2020. Il pensiero di Massimo Bandinelli

L’apertura del data center di Aruba a Ponte San Pietro è datata inizio ottobre 2017. A poco più di 12 mesi possiamo tirare le primarie somme su come è andato il grande progetto finalizzato dalla compagnia toscana. Per farlo, abbiamo incontrato a Smau 2018 Massimo Bandinelli, Marketing Manager per i servizi cloud & data center di Aruba. “Non possiamo che essere soddisfatti dall’iniziativa, per vari motivi. Prima di tutto oggi godiamo di una conoscenza internazionale proprio grazie al data center installato in provincia di Bergamo. Clienti di caratura internazionale e big company (ma non solo) hanno sposato l’idea di alloggiare presso le strutture messe a loro disposizione, quasi del tutto già opzionate. Non a caso, la tempistica di realizzazione del secondo edificio sorto dopo il primo nel complesso di Ponte San Pietro è stata rivista, per avviare prima i lavori, che prevedono un totale di cinque costruzioni”.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Ma le mire di espansione di Aruba non si fermano qui. Entro il 2020 aprirà il data center del gruppo a Roma, più grande di quello nel nord Italia. “Parliamo di 52mila metri quadri in una zona che beneficerà di una concreta riqualificazione (area Tiburtina). L’idea, sebbene i data center odierni non soffrano di problemi di latenza, è di offrire un servizio di prossimità ai clienti del centro e sud, soprattutto di chi ama ancora vedere dove sono ospitati i propri dati. La vicinanza con la pubblica amministrazione è un altro tema che ci sta a cuore, vista la possibilità di dare alla PA centrale un’infrastruttura di ultima generazione che garantisce protezione e duttilità”.

Leggi anche:  Sicurezza di stampa in azienda