Asporto per bar e ristoranti: la fase due fa sperare la ristorazione italiana

Asporto per bar e ristoranti: la fase due fa sperare la ristorazione italiana

Il discorso del Premier Giuseppe Conte apre ufficialmente la strada all’inizio della “Fase due”

Il nuovo decreto del presidente del consiglio allenta le misure riguardanti alcuni importanti settori produttivi e sblocca diversi aspetti della vita sociale. Si tratta di un momento cruciale dall’inizio dell’epidemia, un primo passo verso il lento, progressivo e tanto agognato ritorno alla normalità. E se è vero che bar e ristoranti, tra i settori peraltro più gravemente colpiti dall’epidemia, dovranno attendere ancora fino al primo di giugno per poter riprendere le proprie attività, è anche vero che questo ultimo DPCM apre la strada a una nuova importante possibilità per loro: quella dell’asporto.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

A partire da lunedì 4 maggio, bar e ristoranti potranno riprendere (o sperimentare) la distribuzione dei propri prodotti anche in asporto. Questo permetterà a tutti i locali che non hanno potuto attivare il servizio di consegna a domicilio perché troppo dispendioso, di riprendere almeno in parte la propria attività. Zucchetti, da tempo partner tecnologico delle aziende nel settore hospitality, ha scelto di fornire gratuitamente per tutto il 2020 il modulo Asporto Esteso a coloro che scelgano di attivare o che abbiano già attivo il software Zucchetti per la ristorazione “IlConto”.

Questa iniziativa rientra nella lunga lista di progetti solidali che il gruppo ha avviato sin dai primi giorni di emergenza per dare il proprio contributo nel supporto ai mercati più gravemente colpiti dalla crisi (sanità, retail, hospitality tra le principali), e permette a bar e ristoranti di organizzare il servizio di consegna a domicilio e asporto rendendone notevolmente più semplice e precisa la gestione.

“Secondo le stime quando l’epidemia è esplosa solo il 5,4% delle imprese italiane nell’ambito della ristorazione era in grado di consegnare i pasti a domicilio, in conseguenza al lockdown la percentuale è poi salita al 10,4%, un numero ancora non sufficiente a portare fuori pericolo un settore che siamo certi si rialzerà, ma non senza grandi sforzi – afferma Angelo Guaragni, amministratore di Zucchetti Hospitality –. Per questo Zucchetti guarda con positività alla novità introdotta dall’ultimo DPCM in materia di asporto e ha scelto di metterne gratuitamente a disposizione il modulo: permettere a bar e ristoranti di attivare questa modalità permetterà infatti una riapertura anche a tutte quelle attività per le quali i costi delle consegne a domicilio risultavano proibitivi, consentendo così una crescita nel numero di attività che, seppur lentamente, iniziano a rimettersi sulle proprie gambe.”

Leggi anche:  Il valore strategico dei dati