Apple e Google per tracciare i contatti: la prima attuazione è in Svizzera

Meta elimina (in parte) le regole sulla disinformazione a tema Covid-19

Il lancio dell’app elvetica precede quella in Regno Unito e in Italia, dove è attesa una finalizzazione nel giro di un paio di settimane

La Svizzera è il primo paese in Europa a lanciare un’app di tracciamento dei contatti per il coronavirus utilizzando le API prodotte congiuntamente da Apple e Google. L’applicazione, limitata per ora ad un gruppo pilota di lavoratori essenziali nel paese, precede una simile nel Regno Unito, forse la versione più controversa in termini di privacy e preoccupazioni per la gestione dei dati. L’app svizzera, chiamata semplicemente SwissCovid, è stata fornita agli operatori ospedalieri, ai dipendenti pubblici e ai membri dell’esercito in fase beta e in previsione di una disponibilità per la massa a giugno. Nello stesso mese, dovremmo vedere la declinazione italiana, che dopo una serie di anticipazioni sembra adesso essere uscita dai radar dell’opinione.

Come funziona SwissCovid

Il sistema di tracciamento usa la connettività Bluetooth per analizzare gli ID di altri telefoni fisicamente vicini. Gli ID, anonimizzati, elencati come appartenenti a persone infette, finiscono con il creare una mappa dei contatti avuti nei giorni precedenti, così da avvisare, sempre in maniera anonima, i possibili contagiati. Tale sistema è da più parti considerato come un modo per consentire alle persone di muoversi liberamente, permettendo a chiunque potenzialmente infettato di autoisolarsi se necessario, in teoria limitando un nuovo focolaio.

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Ovviamente nessuno è in grado di vedere o archiviare la posizione delle persone o di rintracciarne l’identità anche se molti governi sono suscettibili del fatto che l’intera piattaforma si basi sulle due compagnie più potenti al mondo in fatto di smartphone, essendo le produttrici degli unici sistemi operativi che si dividono la torta delle attivazioni, iOS e Android. Diversi paesi si sono allontanati da tale soluzione, non ultimo il Regno Unito che ha sviluppato una propria tecnologia in cui tutti i dati verranno inviati a un server centrale con gli operatori sanitari che saranno responsabili di decidere quando e come contattare le persone. L’app è in fase di test nell’Isola di Wight e dovrebbe essere lanciata entro la fine dell’anno. 

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