Dalla crisi alla trasformazione, quali opportunità?

La sostenibilità come fattore di differenziazione competitiva

Ricalibrare costi e investimenti tecnologici per dirottarli verso l’innovazione sarà una priorità per le aziende che vorranno operare e prosperare nella nuova normalità. Cinque, le fasi delineate da IDC per arrivare alla “Future Enterprise”

Nella visione di IDC, nel prossimo futuro le aziende dovranno essere pronte a trasformarsi profondamente da un punto di vista operativo e tecnologico, puntando in maniera decisa sull’innovazione tecnologica per rispondere alle nuove dinamiche dei mercati e alla nuova normalità. La situazione di crisi che tutte le aziende e le istituzioni pubbliche stanno affrontando, derivante dalla pandemia Covid-19, ha chiaramente frantumato certezze e modalità standardizzate e consolidate di operare: la necessità del social distancing e i rischi derivanti da attività che fino a qualche mese fa erano considerate una consuetudine, infatti, hanno stravolto completamente gli scenari sociali ed economici mondiali.

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In questo contesto di profondi e inaspettati cambiamenti e restrizioni, le tecnologie hanno dimostrato (forse mai come ora) il loro reale potere: hanno permesso a milioni di lavoratori di poter continuare a svolgere le proprie attività da casa, nonostante gli uffici fossero chiusi, ma hanno anche consentito alle aziende di vendere i loro prodotti e i loro servizi attraverso applicazioni o piattaforme digitali; alle istituzioni scolastiche e universitarie di mantenere operativa la didattica; e hanno abilitato l’accesso a servizi di vario genere da parte di tutti i cittadini.

VERSO LA RIPRESA IN CINQUE FASI

Nessuna azienda, pubblica o privata, era certamente preparata a uno scenario simile, ma le realtà che avevano già intrapreso dei progetti di digitalizzazione e modernizzazione di processi, di workspace, infrastrutture, parco device e applicativi, hanno sicuramente potuto rispondere in maniera tempestiva e mantenere fin da subito la continuità del loro business. Nella fase iniziale della crisi, infatti, le tecnologie hanno permesso di mantenere quella continuità necessaria a non soccombere alle restrizioni di diverso genere imposte ad aziende e cittadini. La vera partita si giocherà però nel lungo periodo. Con la fase recessiva appena iniziata, i CEO si trovano di fronte a un dilemma molto complesso: ridurre i costi operativi della propria azienda e anche gli investimenti, oppure puntare sulle tecnologie, investendo in innovazione, per fronteggiare la ripresa?

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Le aziende, in base alla visione di IDC, si troveranno a dover affrontare cinque fasi prima di arrivare al recupero della loro piena operatività: la crisi legata al Covid-19, il rallentamento dell’economia, la recessione, il ritorno alla crescita e la nuova normalità. In ognuna di queste fasi, gli obiettivi strategici saranno differenti: dall’iniziale focalizzazione sulla continuità del business, alla successiva attenzione ai costi, si arriverà infatti a focalizzarsi maggiormente su investimenti strategici e priorità di innovazione per trasformare completamente infrastrutture, modi di operare e modelli di business.

Nelle prime fasi, la crisi e il rallentamento dell’economia sono stati gli effetti più immediati della situazione di emergenza sanitaria e la conseguenza naturale dei diversi lockdown: questo ha contribuito a spostare l’attenzione delle aziende verso l’ottimizzazione dei costi, il mantenimento della liquidità e la posticipazione dei progetti e degli investimenti non urgenti, in base a una visione di breve periodo e in alcuni casi di stretta e necessaria sopravvivenza. In queste fasi, quindi, i focus strategici sono stati la continuità del business, il mantenimento della marginalità e del cash flow. In questo momento, le aziende non sembrano ancora molto propense a esplorare tecnologie innovative o intraprendere progetti di trasformazione digitale. In base a recenti ricerche condotte da IDC in Europa, per valutare l’impatto del Covid-19 sulle strategie di innovazione, circa il 70% delle aziende dichiara che i propri investimenti tecnologici saranno rivalutati per garantire un ROI migliore e per raggiungere una maggiore efficienza. Le tecnologie di collaboration, la security e il cloud sono le aree sulle quali le aziende in questa fase di crisi stanno puntando maggiormente: questi investimenti, infatti, hanno l’obiettivo di mantenere la continuità operativa, in totale sicurezza, abilitando allo stesso tempo agilità e lavoro da remoto.

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LE AZIENDE DEL FUTURO

Da un generale rallentamento dell’economia, si passerà in tempi rapidi alla fase recessiva vera e propria. In questa condizione, le aziende si concentreranno sulla resilienza del business, ossia sulla necessità di adattarsi alle circostanze e ai cambiamenti, mantenendo comunque le priorità di business al centro delle proprie strategie. Tra queste, anche quelle di trasformazione digitale e di innovazione avranno un focus rilevante e molte realtà esploreranno le opportunità offerte proprio dalle tecnologie per minimizzare gli impatti della recessione. Gli investimenti saranno orientati ad abilitare un nuovo livello di risposta, anche spostando le scelte di investimento verso nuove aree e nuovi ambienti (modelli ibridi, cloud, convergenti, distribuiti, agili e flessibili). IDC prevede che saranno le aziende maggiormente lungimiranti, già durante la fase di crisi e di recessione, quelle realmente capaci di trasformarsi profondamente e di prosperare nei prossimi anni della nuova normalità, effettuando in maniera tempestiva scelte e investimenti – anche coraggiosi – nelle aree più strategiche e innovative. Queste realtà, le “Future Enterprise”, potranno competere e avere successo nei prossimi anni e nelle prossime fasi di ripresa dell’economia. Se nel breve periodo, infatti, le tecnologie hanno dimostrato di poter garantire la continuità del business, abilitando per esempio il lavoro da remoto o la vendita di prodotti e servizi online, sarà però nel lungo termine che le aziende dovranno sfruttarle al meglio per innovare ogni singolo processo, servizio o attività, affinché possano essere considerate realmente delle aziende del futuro: innovative, agili e sicure.

L’AGENDA DELLE PRIORITÀ

Nelle fasi di ritorno alla crescita e di successiva nuova normalità, infatti, le aziende saranno innanzitutto più consapevoli e maggiormente preparate a eventi simili a quelli appena vissuti: per questo, investiranno in maniera importante nelle aree in grado di abilitare efficienze operative e un vantaggio competitivo, senza dimenticare però le tecnologie indispensabili alla continuità e alla resilienza del business. Il valore delle tecnologie sarà ampiamente riconosciuto nelle fasi post-crisi: nella fase di ripresa, infatti, ci si troverà a operare in una nuova economia, che potrà essere anche soggetta a nuovi colpi di scena e per questo la resilienza continuerà a rappresentare una priorità fondamentale nell’orientamento degli investimenti tecnologici, non con l’obiettivo esclusivo di mitigare il rischio in caso di una accelerazione della pandemia, ma anche per rispondere alle nuove esigenze di clienti, cittadini, pazienti. Le aziende del futuro saranno quelle in grado di creare una elevata empatia con i clienti, attraverso una relazione personalizzata e basata sulla fiducia e un’offerta di prodotti e servizi innovativi. Queste aziende dovranno anche creare modelli di lavoro nuovi e dinamici, innovare processi e operations, creando esperienze pervasive anche al loro interno, attraverso nuovi ambienti IT in grado di assicurare servizi digitali affidabili e integrati. Definire un’agenda di priorità per i prossimi anni sarà una sfida considerevole per i CEO, ma la necessità di una transizione verso un modello di “Future Enterprise” sarà una necessità di vitale importanza per competere nei prossimi anni e per avere successo nella nuova normalità.

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di Diego Pandolfi research and consulting manager di IDC Italia