Pure Storage, il dato sposa l’as-a-Service

Pure Storage, il dato sposa l’as-a-Service

Mauro Solimene, Country Manager Italy, e Umberto Galtarossa, Channel Technical Manager, ci raccontano le novità del gruppo e la crescita costante nell’anno trascorso 

I dati forniscono conoscenza, know-how, rappresentando oramai il DNA intrinseco di un’azienda, con una differenza: questo cambia periodicamente, si arricchisce, si ottimizza, si organizza quale patrimonio da far fruttare per affrontare al meglio le richieste della “giungla” del mercato. Cosa c’entra tutto questo con Pure Storage? «Beh, il nostro gruppo nasce, si sviluppa e si consolida proprio per la sua capacità di fondare il suo business sul dato, uno dei pionieri degli strumenti di archiviazione, risalendo alle cosiddette memorie all-flash» ci spiega Mauro Solimene, nuovo Country Manager Italy di Pure Storage.

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Negli ultimi cinque anni, Pure Storage ha portato a casa circa il +56% di fatturato, alle “spese” dei concorrenti, da HPE a NetApp, passando per IBM, Dell EMC e Hitachi. Non sorprende nemmeno il fatto che la società sia presente, da sette anni consecutivi, nel Magic Quadrant di Gartner, da due anni come leader assoluto per lo scenario Primary Storage Arrays. «La visione che portiamo avanti è quella di una “modern data experience” – prosegue Solimene – perché quello che facciamo oggi è stato concepito come parte non di una singola attività ma di un ecosistema che si evolve e che fa da traino al mercato globale.

Quello di ascoltare i clienti non è dunque solo un fine ma anche l’inizio di una rapida progressione del segmento dello storage, che nel tempo si è spostato verso un modello as-a-service. Ci interessa molto meno, come utenti, il possesso e più lo sfruttare le piattaforme, da ogni luogo, in qualsiasi momento”. Questo, secondo il manager, permette ai team di concentrarsi su aspetti quali versatilità e flessibilità, tutto a vantaggio dei clienti. 

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I trend dell’industria

Nell’anno appena trascorso, difficolto per aspetti conosciuti, uno dei trend maggiormente rilevato da Pure Storage è nella crescita del consumo di infrastruttura flessibile. «Il consolidamento del modello cloud ha fatto sì che vari ambiti abbiano adottato la strategia del pay-per-use che assicura velocità di utilizzo e di cambio piano» afferma Umberto Galtarossa, Channel Technical Manager di Pure Storage. Nasce per questo il cosiddetto “Pure as-a-Service”, nel 2020 giunto alla versione 2.0, che consiste in un portafoglio molto ampio nel quale rientrano soluzioni evergreen e innovative.

Si tratta di un servizio davvero semplice ma dalle funzionalità di classe enterprise: «Lo consideriamo un modello ad offering unico perché tutto parte dal nostro concetto già menzionato di modern data experience. Un cliente che sceglie l’aaS non vuole altro che accedere ad una piattaforma, usarla e non vivere alcun momento di downtime. Una struttura che è pensata, sin da principio, per soddisfare tali requisiti, non può che raggiungere lo scopo di rispondere ai bisogni delle persone, cloud-native e sempre disponibile».

L’estensione del modello as-a-Service, nel mondo di Pure Storage, si traduce in tra elementi fondamentali: «Un catalogo di servizio che copre livelli differenti; un livello di ingresso basso, che permette di partire dal proprio stato di fatto e poi adattare le soluzioni alla crescita del business. Infine, la possibilità di includere, grazie ai nostri partner, la componente computer e network, per raggiungere una infrastruttura full-stack, percepita come costo di macchina virtuale» sottolinea Galtarossa.