Mitel, la UCC che unifica IP e cloud

Mitel, la UCC che unifica IP e cloud

La crescita del mercato UCC mette in evidenza la necessità da parte di aziende e organizzazioni di adottare strumenti e soluzioni evolute per connettere processi, collaborare e trasformare le modalità di accesso alle informazioni per migliorare il lavoro e la business communication

Da commodity a strumento fondamentale il passo è breve. Il mercato Unified Communication & Collaboration (UCC) è cresciuto del 26,7% anno su anno, secondo i dati di fine dicembre di IDC (Worldwide Quarterly Unified Communications & Collaboration Qview”), toccando i 12,2 miliardi di dollari di ricavi a chiusura 2020. Facile, fin troppo, arrivare alla conclusione che la pandemia, ancora in corso, ha ampliato il numero di utenti, puntando i riflettori su quelle aziende che offrono prodotti e servizi di UCC, improvvisamente divenuti essenziali per il prosieguo da casa del lavoro. Questo è certamente vero ma l’utente moderno, scaltro e veloce a cambiare bandiera, sa riconoscere la qualità di un marchio, premiandolo con la fidelizzazione nel tempo.

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Mitel, che nel campo della comunicazione unificata è un nome di riferimento, ha vissuto i mesi scorsi con un animo contrastato. Da un lato gli ottimi risultati di crescita, dall’altro la convinzione che nessuna crisi globale, alla fine, può essere definita come risvolto positivo per accelerare un qualsivoglia contesto di business, fosse pure nello specifico dell’area UCC. «Quando tutto sarà finito, quando il “new normal” sarà un po’ più normale di adesso, guarderemo al domani con un fare diverso, meno angosciato e preoccupato» – spiega Danilo Piatti, amministratore delegato di Mitel Italia. La divisione nazionale di un colosso che oggi conta migliaia di dipendenti ed è presente praticamente ovunque, non nasconde la soddisfazione per i traguardi raggiunti sebbene nella considerazione che il cambio di passo a cui anche il nostro Paese ha dovuto dar seguito sarebbe avvenuto lo stesso, magari più lentamente, ma inesorabile.

Ampliamento della rete dei partner

Cambia il modo di comunicare, cambiano gli strumenti e cambia dunque la strategia commerciale di Mitel. L’evoluzione del modello di canale della società è in atto già da qualche anno. Il primo passo è stato quello di ottimizzare i segmenti di riferimento, il cosiddetto cluster a cui rivolgersi. Resta centrale il grande soggetto della pubblica amministrazione. E assume vigore il mid-market, attraverso una strategia che punta all’espansione attraverso la capillarità territoriale.

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«Non ci discostiamo dal modello indiretto, che è l’unico veicolato oggi da Mitel, con la comprensione che solo ampliando la rete dei partner si può rispondere meglio a ogni singolo bisogno dei clienti» – ribadisce Piatti. La polarizzazione delle aree urbane, in Italia come nel resto d’Europa, ha dato l’opportunità a Mitel di consolidare la propria posizione nelle metropoli, senza però dimenticare tutto quello che vi è intorno, le grandi potenzialità presenti sul territorio nazionale, sia nella pubblica amministrazione locale sia nel privato. Il raddoppio dei partner, attualmente oltre i 70, è la dimostrazione di quanto Mitel lavori per spandersi, con competenza, in Italia, tenendo sempre alto il livello di ingresso nel suo network.

Smart work places

«Come azienda – continua l’AD di Mitel – ci siamo accorti che il remote working funziona, e di per sé già questa è una notizia. Non solo. Lo scenario non è solo conseguenza della remotizzazione del lavoro, ma il primo passo verso ciò che definiamo “smart work places”, un modello ibrido, in cui gli stessi strumenti di lavoro usati in ufficio possono essere sfruttati altrove, togliendo alla location fisica quell’assunto di necessità inamovibile». Il tutto realizzabile in un contesto ottimizzato dal punto di vista delle infrastrutture e tecnologie di accesso. Come spiega Piatti, il vero problema non è se e quando arriverà il 5G ma quanto il 5G rappresenterà nuove opportunità di comunicazione per coloro che sono lontani dai grandi centri metropolitani. «L’Italia si è mossa presto per lanciarsi sul treno del nuovo standard ma creando un gap vistoso tra centri urbani e sub-urbani». Insomma, una sorta di “digital divide” interno su cui si dovrà prestare molta attenzione in un prossimo futuro.

Crescita a doppia cifra

Il fatto che Mitel sia cresciuta a doppia cifra nel 2020 vuol dire che la strada intrapresa prima della pandemia era quella giusta e che lo stesso ambito della UCC era in una fase di adozione fattiva, lenta, ma in atto. «Al di là del dato numerico – afferma Piatti – giudico molto rilevante l’importanza che il mercato da all’ecosistema Mitel. Siamo un’azienda con una storia consolidata e che oggi ha un’anima e un carattere ben definito. Che operatori e partner abbiano questo grande interesse nei nostri confronti, dimostra la vivacità di cui ci facciamo portatori. Il market share, aumentato in maniera significativa, prova che abbiamo rosicchiato fette della torta alla concorrenza, in un segmento molto settorializzato».

Il mercato italiano

Tornando all’Unified Communication, l’Italia è al quarto posto, dopo Inghilterra, Francia e Germania, nel quadro del mercato europeo, ed è il motivo per cui Mitel sta puntando molto sull’ampliare ulteriormente la sua presenza. «Il mercato a livello globale vive di due trend» – spiega Danilo Piatti. «Il primo è lo spostamento di tutte le soluzioni tradizionali di telefonia su sistemi IP. Ad oggi, circa un terzo dei telefoni su scala globale funziona ancora su reti tradizionali, quindi le possibilità di intervento sono molto alte. Il secondo è quello del cloud, conseguenza diretta della volontà di innovare processi e servizi». Vale la pena ricordare che Mitel è la prima azienda al mondo in termini di utenze in piattaforme cloud, con oltre 5 milioni di utenti e la prima, in Europa Occidentale, in quanto a market share sulla Unified Communication. L’offerta di Mitel prende il meglio delle due tendenze, “unificando” innovazione IP e cloud, visto che ogni soluzione è pensata per interagire con funzionalità sulla nuvola.

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Il valore di Mitel

Mitel opera in uno scenario in cui la concorrenza è tanta e in cui distinguersi non è semplice. Come agisce in tal senso il gruppo? «Abbiamo lavorato molto in passato per dare a Mitel un posizionamento molto chiaro» – risponde Piatti. «Chi si rivolge alle nostre soluzioni sa cosa può ottenere. La razionalizzazione del portafoglio che si è avuta negli anni ci ha permesso di semplificare e rendere omogenea l’offerta. Alla base c’è un lavoro di R&D molto importante, che è arrivato a completare un percorso di costruzione di una vera piattaforma applicativa, personalizzabile in base all’utenza. Avendo una tradizione di azienda cardine nel settore della telefonia, diamo la sicurezza che la qualità della comunicazione sia ai massimi livelli, così come è considerato un valore la semplicità della user experience. La quasi totalità dei clienti Mitel mostra alta fidelizzazione al brand e ai prodotti, indice della direzione corretta scelta dall’azienda. Ancora una volta, crediamo che il pregio sia quello di stabilire una forte presenza sul territorio, il che è spesso una barriera per i vendor internazionali. Nel tempo, Mitel ha lavorato con i propri partner per rendere capillare la sua presenza nel Paese, così da essere davvero vicini alle realtà imprenditoriali».

Il futuro della UCC

Consolidamento e diversificazione sono le due parole chiave che l’azienda si porta dietro e con le quali guarda al futuro della UCC. «Ci sono progetti in cantiere molto importanti che dovrebbero partire nell’anno e che sono stati rallentati dalla pandemia. Alcuni sono legati alla collaborazione con la PA, che ha sempre più necessità di innovare i suoi flussi, anche a ragione di quello che è successo con il lockdown generalizzato» – conclude Piatti. «Ci aspettiamo una crescita nel segmento mid-market e in quello dei clienti privati più grandi, già presenti in portafoglio». Ma si è detto anche diversificazione: «Dopo gli ottimi risultati del 2020, il 2021 è l’anno in cui ci attendiamo di crescere in tutti i segmenti di mercato nei quali operiamo. Il nostro auspicio è anche di vivere un secondo semestre più “normale”, dal punto di vista delle operations, così da accelerare sulle iniziative che più ci stanno a cuore».

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