Par-Tec, dal trading all’Industry 4.0

Par-Tec, dal trading all’industry 4.0

Da oltre un ventennio, Aronne Vettor e soci innovano ed esplorano i nuovi sentieri del finance, tra mobilità e intelligenza artificiale per assicurare performance e qualità dei servizi. La capacità di integrare e distribuire dati in tempo reale anche al servizio di altri mercati quali IoT e smart manufacturing

Il mondo del trading fonda le sue radici ben prima dell’avvento di Internet. Si, sembrerà strano, ma tutte le varie contrattazioni che oggi si svolgono in frazioni di secondo, una volta fondavano il loro clou su report e analisi cartacee, solo parzialmente riprodotte dalle pellicole cinematografiche con tema Wall Street. Se c’è una compagnia che ha vissuto, profondamente, l’evoluzione del trading da attività per pochi ad accesso globale per chiunque, online, questa è Par-Tec. Formalmente nasce nel 2000 come holding, che deteneva le quote della milanese Sol-Tec (specializzata nello sviluppo in ambito finance) e della romana Babel (al lavoro su infrastruttura IT e open source in ambito telco). Nel 2013, Sol-Tec e Babel vengono fuse per incorporazione in Par-Tec spa che, attualmente, comprende cinque aziende (Par-Tec, Swing, Fine Tuning, Lightstreamer e Faberbee) e conta oltre 200 professionisti. Nello specifico del finance, conta su 85 risorse specializzate, 8 milioni di euro di fatturato (circa il 40% del gruppo) ottenuto per il 50% da progetti, 40% da application management, 10% da consulenza.

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Insomma, non c’è di meglio che fare due chiacchiere con Aronne Vettor, co-fondatore e sales manager di Par-Tec, per capire dove sta andando e come sta cambiando il settore del finance, estendendo i confini verso altri vertical. «Fin dalla nascita di Sol-Tec (1998-99) ci siamo focalizzati su tre filoni: la finanza online, la system integration e la consulenza specialistica. Il primo progetto è stato quello con Fineco Sim, con la quale Par-Tec realizza la prima piattaforma di trading online in Italia». Ma non solo. L’integrazione della tecnologia nel finance trova una pietra miliare nel progetto custom per Caboto Sim, un tempo la principale sim di intermediazione in Italia per volumi. Un vero e proprio middle-office, interamente in Java (siamo a inizio 2000) integrato con i sistemi di front-end, ancora oggi operativo nel circuito Intesa, a dimostrazione della qualità del lavoro svolto. Proprio la fascia delle banche medio-piccole è quella che ha permesso alla società di consolidarsi sul mercato, supportando i player nascenti e “digitali” quasi per forza, ossia per differenziarsi dagli istituti tradizionali e seguire i trend in rialzo nel periodo.

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Gli anni 2000

A inizio dei 2000, Par-Tec sviluppa per Intesatrade, T3, una delle prime piattaforme professionali per il trading online. «Si tratta di una web app in Java con motore di push Lightstreamer, oggi usato dalle maggiori realtà internazionali fra le quali anche eToro, poi diventata leader di mercato e fiore all’occhiello dell’offerta WeBank (Banco BPM)» – spiega Vettor. «Iniziamo allora a pensare a un prodotto nostro per il trading online retail. Si tratta di MFI basato su logica ESB per disaccoppiare i dati da chi li fornisce – info provider – chi li gestisce – banca – e chi li fruisce – utente web e mobile. MFI si diffonde soprattutto tra le banche di medio livello, per le quali il multichannel/omnichannel è vitale. Tra i clienti, arrivano Banco BPM, Cariparma (CA), BPER, Banca Mediolanum, Credem». E questo è il momento in cui prende forma anche il filone del testing applicativo, con l’assunto che chi sviluppa non deve anche testare.

L’informativa finanziaria è a tutt’oggi una delle prime voci di spesa di una banca. La volontà di Vettor e dei suoi colleghi si è sempre basata su due concetti: semplificare e integrare. Non è un caso se le iniziative di cui Par-Tec si fa carico abbiano un’anima e un corpo totalmente open. Ed è forse questo il vero valore di un gruppo che naviga in un settore per niente semplice, molto competitivo e accelerato senza dubbio dall’accesso più rapido alla tecnologia. «Se una nostra soluzione può far risparmiare soldi all’azienda cliente e nel contempo rendere un servizio migliore all’utente finale, allora possiamo dire di essere sulla strada giusta» – afferma Vettor. Negli ultimi anni, si è posto all’attenzione di tutti il concetto di DevOps, un acronimo perfetto per rappresentare l’unione delle competenze di Milano e Roma nella crasi, non solo organizzativa, di Par-Tec. Un esempio è quanto accade in Intesa – «dove il middle-office è stato “containerizzato” e portato sulla loro piattaforma di private cloud basata su tecnologie open source. In quel contesto siamo stati il primo fornitore a occuparsi dell’intera filiera DevOps.

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Ma l’innovazione tecnologica non si ferma e concetti come bitcoin, blockchain e distributed ledger technology si affacciano prepotentemente. Non a caso, Faberbee nasce proprio per esplorare il mondo blockchain, specializzandosi nella tecnologia e verticalizzando gli ambiti che da questa tecnologia possono trarre un vero vantaggio: dallo smart contract lifecycle management, con il lancio della piattaforma Lexecute, ai token e criptovalute, IoT, Industria 4.0 e smart manufacturing. L’attività di Faberbee si qualifica principalmente come ricerca e sviluppo delle migliori e più attuali soluzioni ai problemi di business che possano trarre beneficio dalle tecnologie distribuite, richiedendo alti livelli di sicurezza, trasparenza, tracciabilità, integrità e privacy, oltre a una forte impronta di analytics e modelli predittivi». Tramite l’interfacciamento con gli “oracoli” dell’ecosistema, ossia le funzionalità di terze parti integrate, la tecnologia di Faberbee permette l’automazione “notarizzata” di una qualsiasi serie di clausole con valore legale. Pensiamo alla sottoscrizione di un contratto, all’apposizione della firma digitale, persino al pagamento delle eventuali rate in banca, ora possibile grazie alle normative PSD2 e all’Open Banking. Faberbee eredita l’esperienza pluriennale di Par-Tec nell’ambito di progetti di data analysis e data science, basati su tecniche di machine learning e predictive analytics.

La verticalità che fa la differenza

«Le tecnologie evolvono e noi creiamo team specializzati» – spiega il co-fondatore e sales manager di Par-Tec. Ecco allora il focus su web app (HTML5 responsive) e app native (Android, iOS). In un certo senso, Par-Tec dal trading online si estende oramai al retail banking multicanale nella sua accezione più ampia, senza però rischiare di divenire un system integrator tout-court. «Specializzazione e qualità pagano: il nostro grado di retention è molto alto ma senza logiche di lock-in. È il cliente, anno dopo anno, a confermarci la fiducia coinvolgendoci in nuove iniziative» – dichiara Vettor. Ritorna quindi il concetto di verticalità che ha portato Par-Tec a crescere come nome di riferimento nel settore. «I nostri clienti ci stanno affidando contratti non più solo legati al trading via web.

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Lo sviluppo di T3, nel 2011, prevedeva anche un’app per iPad, quando invece la concorrenza era ancora ferma a capire come ottimizzare le interfacce su computer. Per noi, è stato un ulteriore arricchimento professionale e l’apertura delle nostre soluzioni di trading verso un mondo ancora da scoprire, quello degli smartphone e dei tablet». Il vero punto di forza del team è quello di non darsi mai per scontato e di mettersi sempre in discussione per garantire al cliente la massima disponibilità e qualità. «La scintilla rimane accesa solo in questo modo» – ammette Aronne Vettor. «Quando sai di poter contare su un’innovazione by design, aumentano gli oneri, cresce il rischio nel voler scommettere su una tecnologia che magari oggi è poco conosciuta e che invece domani potrebbe fare da traino a un intero settore. Come dei bravi sarti, consigliamo al cliente il tessuto che meglio risponde alle sue esigenze, senza però smettere di scovarne degli altri. Seguendo quell’ottica di trasparenza, collaborazione e condivisione che ci caratterizza da oltre un ventennio».