Quattro step per il successo del lavoro ibrido

Quattro step per il successo del lavoro ibrido

Negli ultimi tempi sembra non passi giorno senza l’annuncio di un’importante azienda che pianifica di istituire una combinazione di lavoro ibrido tra casa e ufficio o di nuovo sondaggio che spiega come i lavoratori vogliono ormai il “meglio dei due mondi”. Nonostante ciò, la maggior parte delle persone continua a non avere la possibilità di lavorare da remoto: l’Ufficio Nazionale di Statistica del Regno Unito ha scoperto che mentre le persone che lavorano da casa sono raddoppiate nel 2020, il numero totale di chi lavora da casa corrisponde ancora solo un quarto dell’intera popolazione attiva. Questi dati hanno anche evidenziato una discrepanza economica: chi lavora da casa ha più probabilità di vivere nelle aree più ricche

A cura di Tom Gavin, Head of Orange Consulting Europe

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Questo significa che il lavoro ibrido è disponibile solo per i cosiddetti “colletti bianchi”? Forse inizialmente, ma molti dei cambiamenti che verranno implementati per facilitare il lavoro ibrido potrebbero avere una rilevanza a lungo termine per le persone che lavorano in presenza. Installando le reti appropriate, promuovendo la collaborazione tra team diversi, garantendo sicurezza e connettendo persone e cose, le aziende potrebbero non solo fornire un modello ibrido che soddisfi le esigenze sia dei datori di lavoro che dei dipendenti, ma anche consentire alle persone attualmente costrette a lavorare in presenza di lavorare in remoto – e godere dei relativi vantaggi.

Questo cambiamento sarà impegnativo. Ci sono molti fattori in gioco, ma uno dei più evidenti è che il dipendente, o l’utente, è cambiato: ha trascorso più di un anno godendosi la banda larga domestica, utilizzando dispositivi con cui si trova a proprio agio (o che ha a portata di mano). Questo ha inevitabilmente influenzato le sue aspettative su come dovrebbero funzionare tecnologie specifiche, in particolare strumenti di collaborazione come la videoconferenza. Qualsiasi evoluzione verso il lavoro ibrido deve riconoscere questi cambiamenti e incorporarli nell’esperienza dell’utente.

Leggi anche:  Nasce KepleriA: company di Altea Federation dedicata al mondo Analytics

Prepararsi al team-working

Un anno di videochiamate da casa ha certamente dato agli utenti un’aspettativa di quello che funziona bene. Le aziende ora devono offrire la stessa esperienza in ufficio.

Devono anche essere in grado di farlo al di fuori della sala riunioni. Con spazi più flessibili, le aziende devono facilitare le occasioni di lavoro in team senza che un gruppo disturbi gli altri. Ciò significa progettare luoghi dove si possano tenere videoconferenze, incontri faccia a faccia e riunioni di gruppo contemporaneamente, garantendo al contempo che i lavoratori remoti si sentano parte della conversazione.

Significa anche tagliare il legame con il cavo fisico: le aziende non saranno in grado di creare spazi di collaborazione flessibili se le sale riunioni sono costruite attorno a vecchi schermi e telefoni in vivavoce (chiamati anche “spider”) oppure se le postazioni di lavoro sono vincolate a connessioni di rete e prese in spazi specifici.

Mettere l’ufficio in sicurezza

Questo ambiente di lavoro fluido e flessibile solleva problemi di sicurezza. Oltre alle implicazioni dell’aggiunta di dispositivi sconosciuti alla rete, gli attacchi phishing e social aumenteranno certamente, poiché gli aggressori informatici cercheranno di “capitalizzare” il ritorno in ufficio. I malintenzionati potrebbero trovare obiettivi facili nei dipendenti che sono rimasti fuori dalla portata dell’IT centrale nell’ultimo anno.

Le aziende devono affrontare questo problema in due modi:

In primo luogo, devono eseguire corsi di aggiornamento sui principi di sicurezza di base, sia digitali (evidenziando l’aumento delle tattiche legate al ritorno negli uffici) che fisici.

Secondo, devono accelerare l’adozione dell’accesso alla rete zero-trust per gli utenti in ufficio. È già una tendenza in crescita: Gartner che prevede che “entro il 2024, almeno il 40% di tutto l’utilizzo dell’accesso remoto sarà servito prevalentemente dall’accesso alla rete zero-trust (ZTNA), rispetto a meno del 5% alla fine del 2020”. Garantendo l’accesso alle risorse aziendali in base all’identità dell’utente, le aziende possono consentire ai dipendenti di utilizzare i propri dispositivi e al contempo proteggersi dagli attacchi informatici. Questo, tuttavia, richiede di trovare un equilibrio tra sicurezza ed esperienza dell’utente.

Leggi anche:  Syscons Group entra in Impresoft

Le Reti

Per offrire un’esperienza utente simile, sono necessarie reti aziendali migliori o, più specificamente, reti locali wireless aperte, ad alta velocità e resilienti. Le applicazioni utilizzate per consentire a una forza lavoro distribuita di collaborare richiedono molta banda. Se le aziende sono seriamente intenzionate a fornire un ambiente di lavoro più flessibile, la capacità di connettere centinaia di dispositivi senza compromettere le prestazioni o la sicurezza sarà fondamentale.

Non si tratta solo dell’esperienza dell’utente, per quanto sia importante: la gestione intelligente dell’ambiente ufficio richiede sensori Internet of Things, che a loro volta – creando e condividendo  dati – richiedono di più dalle reti su cui operano. Questo significa aggiornare le reti per renderle resilienti e avere la capacità di eseguire più sessioni di collaborazione, sensori e tutto ciò di cui un ufficio moderno ha bisogno.

Mettere tutto in collegamento

Questo ci conduce a un punto ulteriore. La tecnologia abilitata dall’IoT e incentrata sulle operazioni non è più appannaggio esclusivo dell’ambiente industriale: anche gli uffici stanno diventando più connessi. Quando tutto – dall’accesso all’ufficio ai termostati – è in rete e può essere controllato da remoto, ciò ha implicazioni significative sia per la larghezza di banda che per la sicurezza. Il lavoro ibrido richiederà la capacità di connettere persone e cose proteggendole sia dai malintenzionati sia garantendo un’esperienza complessiva coerente.

È fondamentale farlo, perché questa connessione della tecnologia operativa con le persone getterà le basi per uffici veramente intelligenti. Inoltre, potrebbe accelerare la costruzione dell’architettura necessaria per supportare coloro che attualmente non possono lavorare da remoto.

Da dove cominciare?

Naturalmente, per le aziende ancora alle prese con l’impatto della pandemia, il pensiero di implementare tutti questi cambiamenti potrebbe risultare troppo complesso. Ma ci sono tre cose che qualsiasi azienda può fare per far decollare un modello ibrido:

  • Per prima cosa, intervenire sulla rete e Wi-Fi: se l’esperienza domestica non può essere replicata, almeno prendere provvedimenti in questa direzione.
  • In secondo luogo, assicurarsi che tutti i lavoratori abbiano chiare le politiche di sicurezza, ripetendo training specifici se necessario.
  • Terzo, assicurarsi che la cultura aziendale si focalizzi sui lavoratori ibridi. I dirigenti devono modellare comportamenti appropriati verso le nuove pratiche di lavoro e garantire che i dipendenti siano trattati equamente.
  • Ancora più importante, mettere l’utente al centro di ogni decisione. Le aziende che costruiscono pratiche di lavoro attorno ai dipendenti – piuttosto che costringere i dipendenti ad adeguarsi ad approcci rigidi – avranno molto più successo nell’implementazione del lavoro ibrido.
Leggi anche:  S2E chiude il 2022 in crescita del 13,2% rispetto al 2021, a conferma del trend positivo degli ultimi cinque anni