Apple fa causa a NSO Group

Apple ritira la causa contro l'ex dirigente accusato di spionaggio

L’accusa è aver attaccato gli iPhone con lo spyware Pegasus

Apple come Meta, cita in giudizio il produttore dello spyware Pegasus, NSO Group. Oltre a promettere nuove informazioni su come l’azienda israeliana avrebbe infettato gli iPhone tramite un exploit zero-click, che i ricercatori hanno successivamente soprannominato ForcedEntry, il colosso americano ha affermato di voler giungere ad una “un’ingiunzione permanente che vieti a NSO Group di utilizzare qualsiasi software, servizio o dispositivo Apple”.

Il vicepresidente dell’ingegneria del software di Apple, Craig Federighi, non ha menzionato il sideloading, ma ha spiegato: “Gli attori sponsorizzati dallo stato come il gruppo NSO spendono milioni di dollari in sofisticate tecnologie di sorveglianza senza un’effettiva responsabilità. Questo deve cambiare.

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I dispositivi Apple sono l’hardware consumer più sicuro sul mercato, ma le aziende private che sviluppano spyware del genere sono diventate molto pericolose”. Apple e Meta, nello specifico di WhatsApp, non sono le sole a spingere contro il gruppo NSO in tribunale. L’anno scorso, Microsoft e Google hanno presentato un memorandum a sostegno della causa dell’allora Facebook.

Lo spyware Pegasus è progettato per consentire ai governi di accedere in remoto ai microfoni, alle fotocamere e ad altri dati di un telefono, sia esso iPhone o Android. Secondo Apple, è anche capace di infettare gli smartphone senza richiedere alcuna azione da parte dell’utente e senza lasciare traccia. Un “potere” confermato anche da recenti rapporti, emersi all’inizio di quest’anno, grazie ad una coalizione giornalistica chiamata Pegasus Project.

Apple afferma, in un comunicato stampa, che grazie ai miglioramenti apportati alla sicurezza di iOS 15, “non ha osservato alcuna prova di attacchi remoti riusciti contro dispositivi con iOS 15 e versioni successive”. Quando il Pegasus Project ha pubblicato i suoi rapporti a luglio, Amnesty International ha affermato che le ultime versioni di iOS (all’epoca iOS 14.6) erano suscettibili di attacchi.

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