Tech meeting, come cambia il fashion dal virtuale al metaverso

Tech meeting, come cambia il fashion dal virtuale al metaverso

L’evento annuale di Ocra apre a spunti interessanti nel settore della moda

Dall’inizio della sua storia Ocra, noto system integrator che lavora prevalentemente su tecnologie ERP, principalmente per il settore fashion e luxury, tiene un Tech Meeting per i suoi dipendenti, un momento di crescita e formazione professionale.

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Se c’è un filo rosso che lega tutti i vari “meeting”, questo è nella volontà di aprirsi al mondo, un prerequisito che non tutte le aziende si pongono come obiettivo, finendo poi per mancare proprio di un elemento cardine di quella che vuole essere un’impresa innovativa: l’innovazione.

L’edizione del 2021 del Tech Meeting, tenutasi a settembre, si è distinta dalle precedenti per un motivo ovvio: il ritorno alla semi-normalità dopo la pandemia. Un ingrediente in più, quello della crisi, utile ad avanzare ulteriori spunti di indagine su settori, fashion, lusso e retail, che si sono dovuti trasformare in toto nel corso degli ultimi mesi. «La pandemia ci ha imposto quel distanziamento sociale che, per forza di cose, ha influenzato il modus operandi stesso di Ocra, portandoci a considerare come le tecnologie odierne e quelle in essere possono contribuire sia a rinnovare il nostro modello di business che quello dei clienti» ci dice Pietro Nardella, partner fondatore del Gruppo Ocra.

Un’edizione “senza limiti”

Di norma, il Tech Meeting non è guidato da Ocra ma da soggetti esterni, specialisti, startup e visionari, che contribuiscono a dare uno sguardo unico sulle possibili contaminazioni che i settori di riferimento possono considerare per abbracciare l’innovazione a 360 gradi, senza limiti o stereotipi. Ecco allora che l’edizione del 2021 è stata condotta da Limitless, nuova business unit di Ocra. Nata a settembre da una domanda: “Se le aziende tecnologiche, definite farm digitali, hanno al loro interno un alto grado di innovazione, come possiamo applicare tali idee a prodotti per il fashion? Limitless vuole essere il punto di contatto tra l’azienda e le farm, finanziando progetti tramite la partecipazione alle startup. Lo scopo non è fine a se stesso, ossia porsi come investitori o incubatori, nel senso più commerciale del termine, ma abilitatori di nuove opportunità, con la volontà di far crescere il settore».

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Sono diversi i temi toccati dai relatori dell’evento, che ha visto un protagonista in Stefano Galassi, Managing Director Fashion Tech Global Acceleration Program, coadiuvato da Lorenzo Rea, Innovation Analyst di Ocra Group. Il primo riguarda l’industria della moda che incontra quella del gaming, un trend per nulla nuovo e che, negli anni, si è consolidato maggiormente. «Un cambiamento in atto è quello di avvicinare due concetti teoricamente differenti, quelli della moda con i ragazzi amanti dei videogame. La gamification nel settore dei videogame vede un’interazione maggiore tra il fisico e il digitale, addirittura andando a popolare personalità immaginarie, come gli eroi dei videogiochi o gli sportivi, che oggi “vestono” marchi famosi, aprendo così a nuove opportunità di commercio e business».

Dal virtuale al metaverso

Poi le innovazioni tecnologiche che rispondono alla realtà aumentata, virtuale e al nuovo mood del metaverso. «Durante i lockdown, la digitalizzazione del negozio da parte delle aziende ha declinato non solo store fisici ma anche le classiche sfilate di moda, divenute showroom a cui accedere dal proprio dispositivo, in qualsiasi momento. Questo avanzato livello di aggancio tra marchio e consumatore, passando per gli addetti ai lavori, spinge verso un’integrazione ulteriore tra la vita reale e i contenuti “aumentati”, arrivando a concepire il “Full AR”, ossia una prossima era per la realtà aumentata, offerta tramite oggetti connessi, come gli occhiali e i vestiti. E se il domani parla sempre più di metaverso, è evidente che le opportunità offerte dalle nuove piattaforme di interazione, che oggi scorgiamo solo in parte, apriranno a modalità di intervento innovative, dove davvero reale e virtuale saranno sullo stesso piano».

Altro punto toccato al meeting è quello del Fashion 4.0, ossia dell’applicazione dell’intelligenza artificiale nel settore della moda. «Abbiamo visto, negli ultimi mesi, il proliferarsi di algoritmi abili a rimodellare la shopping experience, lavorando sulle capacità delle aziende di intercettare tendenze che, altrimenti, sarebbero poco prevedibili. Il beneficio nell’utilizzo dell’IA è nel dare al cliente un’esperienza totalmente immersiva e personalizzata, in modo da anticipare le sue reali esigenze. Il fashion non è più una industry che lavora solo all’interno dei propri negozi, sulle vetrine, ma un settore il cui focus è adesso sul predire tendenze e acquisti. Basti pensare che il 75% dei fashion retailer ha investito in IA, soprattutto in aree come merchandising online e personalizzazione del capo» prosegue Nardella.

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Come possiamo sintetizzare il Tech Meeting 2021? «Beh, è un sunto degli elementi di cui sopra. L’obiettivo è stato creare un dibattito fruttuoso, che non si può esaurire in un’unica occasione. Chi vuole guidare l’innovazione deve essere sempre sul pezzo, aprendo il proprio mondo alle influenze che arrivano dall’esterno, cercando di passarle anche ai clienti. Crediamo molto in incontri del genere, che diano modo di respirare meglio l’aria di cambiamento che vi è in tanti segmenti di mercato, così da trasformare riflessioni e   spunti in nuovi modelli di intervento».