Da VMware le previsioni per il 2022

Da VMware le previsioni per il 2022
Raffaele Gigantino, Country Manager di VMware Italia

Digitale, lavoro ibrido, sicurezza sono al centro dell’analisi delle tendenze del mercato ICT nel nostro Paese

Stiamo vivendo un cambiamento epocale, in cui la tecnologia ridefinisce sempre più velocemente ciò che fino a poco tempo prima era considerato “normale”. Sarà infatti questa la forza trainante nel 2022 e oltre. Ma come vivremo questo cambiamento in un mondo che si trasforma? Quali sono le previsioni per l’anno in corso? Se ne è parlato durante un evento virtuale organizzato da VMware.

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Un’analisi approfondita del mercato digitale in Italia (2021-2024) arriva da Anitec-Assinform, l’Associazione di Confindustria delle imprese ICT ed elettronica di consumo operanti nel nostro paese. «Nel primo trimestre del 2021 il settore ICT ha registrato un +5.7%, una crescita trainata dalla pandemia ma che rappresenta un trend ormai costante», spiega Eleonora Faina, Direttore Generale dell’Associazione.

L’andamento dei Digital Enabler registra una crescita importante dell’Intelligenza Artificiale e della Blockchain. Particolare attenzione viene data dalle aziende a Cloud e IoT, soprattutto per quanto riguarda il settore manifatturiero, e alla Cybersecurity. In uno scenario così favorevole, il PNRR rappresenta una grande opportunità per l’Italia per la trasformazione del tessuto produttivo e della società in generale, soprattutto se si tiene conto del rapporto tra il cittadino e la pubblica amministrazione. «La sfida che ci attende è fare in modo che gli investimenti diventino reali e che le risorse vengano immesse effettivamente nel ciclo economico, anche attraverso riforme e azioni di accompagnamento», sottolinea Eleonora Faina.

Focus sulla Cybersecurity

Il report di Assintec-Assinfom ha messo in luce anche i rischi legati alla sicurezza. Se da un lato la pandemia ha accelerato la digitalizzazione, dall’altro sono aumentati gli attacchi dei criminali informatici, che si sono concentrati soprattutto in ambito remote working. «L’utilizzo dei device dalla propria abitazione non è sempre coerente con gli standard di sicurezza che il digitale richiede – dice Faina. «Nel 2020 gli attacchi sono cresciuti del 12%, trend che nel 2021 ha subito un’accelerazione mettendo a repentaglio, soprattutto per quanto riguarda la PA, non solo la sicurezza dei servizi alle persone, ma la sicurezza del sistema paese». Un tema scottante, che ha fatto registrare una costante crescita degli investimenti in Cybersecurity e della domanda di competenze e risorse dedicate.

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Dal canto suo, VMware ha rilasciato un rapporto dal titolo “Exposing Malware in Linux-Based Multi-Cloud Environments”, che si focalizza sulle minacce che riguardano, nello specifico, i sistemi operativi basati su Linux.. Fra i risultati chiave emerge che il ransomware si sta evolvendo per colpire le immagini host utilizzate per far girare i carichi di lavoro negli ambienti virtualizzati; l’89% degli attacchi di cryptojacking utilizza librerie legate a XMRig; più della metà degli utenti di Cobalt Strike potrebbero essere criminali informatici, o almeno utilizzare Cobalt Strike in modo illecito.

«Non si può più tornare indietro»

«È in atto un’accelerazione digitale molto importante. Non si può più tornare indietro. Gli investimenti in Italia sono ingenti e i fondi per la ripartenza ci sono. Le aziende hanno capito che l’innovazione tecnologica rende competitivi a livello globale». A dirlo è Raffaele Gigantino, Country Manager di VMware Italia. Anche il lavoro ibrido «resterà con noi». Ne è convinta Claudia Angelelli, Senior Manager SE di VMware SEMEA: «La produttività che le aziende hanno ottenuto con questa modalità di lavoro conferma che siamo sulla strada giusta. Ma offrire ai propri dipendenti la possibilità di lavorare dove preferiscono e dove sono più efficaci vuol dire anche farlo in sicurezza, nel rispetto delle policy aziendali. Bisogna però evitare che l’introduzione dei sistemi di sorveglianza provochi frustrazione e sfiducia». Secondo VMware, il 36% delle imprese italiane ha già innestato all’interno dei propri processi dei meccanismi di sorveglianza e il 45% delle aziende ha intenzione di adottarli a breve. Per Angelelli è preferibile spingere i dipendenti a lavorare per obiettivi, senza dare un’eccessiva importanza al tempo che viene impiegato per raggiungere i risultati.

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UBT: l’importanza dell’AI e del cloud computing nell’healthcare

All’incontro ha partecipato anche Gianluigi Tiberi, cofounder di UBT (Umbria Bioengineering Technologies), società nata come spin off del Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università degli Studi di Perugia. «Sviluppiamo e commercializziamo dispositivi medici per immagine basati su una tecnologia brevettata che utilizza le microonde al posto delle radiazioni ionizzanti», spiega Tiberi, che prosegue sottolineando come l’innovazione nella sanità non possa prescindere dall’intelligenza artificiale e dal cloud computing.

Tra i nuovi dispositivi targati UBT, totalmente innocui in quanto le onde che vengono utilizzate sono a bassissima potenza, spicca “MammoWave”, una soluzione rivoluzionaria per il rilevamento delle lesioni mammarie, le cui performance sono potenziate da algoritmi di AI e i risultati vengono elaborati in cloud, garantendo un aggiornamento continuo e una connettività a 360°.