Data Center Nation, i dati alimentano la crescita

Data Center Nation, i dati alimentano la crescita

Il data center come “backbone” della data economy. Facility, IT e business. La “nazione dei data center” si riunisce il 18 maggio a Milano per l’unico evento italiano in scena al MiCo

Il mondo dei data center è in continuo divenire. Soprattutto in Italia, gli ultimi anni hanno visto aumentare le aziende attive nel portare nel nostro Paese le loro facility e servizi, approcciando in maniera diversa il mercato. Si è passati dalla big farm alla fornitura di prossimità, che meglio risponde alle esigenze di quella trasformazione digitale che oramai coinvolge tutti, anche le PMI. Il rischio che lo scenario diventi complesso, dal punto di vista delle presenze e delle tecnologie in via di integrazione, è alto. Ed è qui che arriva Data Center Nation. Il gruppo, con sede a Londra, si pone un solo, grande obiettivo: fare da collante tra i vari hub emergenti nel mondo dei data center, mettendo assieme gli operatori e i fornitori di servizi, così come i consulenti e i professionisti da cui parte la realizzazione di un data center, in maniera coerente con le tecnologie che dovrà abilitare.

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In linea con l’adozione dirompente dei servizi di data center distribuiti geograficamente – spiega Davide Ortisi, CEO di Data Center Nation – «ci siamo presto resi conto della necessità di una piattaforma per eventi di data center negli hub emergenti. Siamo ispirati dalla convinzione che le comunità di data center locali debbano lavorare insieme per abbracciare le possibilità poste dalla trasformazione digitale. Data Center Nation incarna proprio questo spirito. Una nazione creata da operatori di data center per operatori di data center». Data Center Nation opera in differenti Paesi, sia in Europa che fuori dal continente, per fornire una piattaforma di condivisione di conoscenze in specifici mercati ritenuti emergenti nella scena data center.

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«Di norma i mercati Tier 1 europei sono sempre stati gli stessi, Francoforte, Londra, Amsterdam e Parigi – i cosiddetti FLAPs – con i Tier 2 considerati come opzioni supplementari» – continua Davide Ortisi. «Negli anni però, l’ascesa dirompente del cloud computing nelle sue varie declinazioni e allo stesso tempo i trend di prossimità hanno imposto la realizzazione ed utilizzo di data center locali sia a livello hyperscale che edge». E qui torniamo alla premessa: l’Italia è oggi un luogo fiorente di facility. Zone fino a ieri meno conosciute vengono alla ribalta, con risvolti positivi sui provider più vicini, i partner e gli specialisti. «Il modello classico dell’IT, che si focalizza sulla presenza di un unico data center che fornisce l’applicazione all’azienda, non ha più ragione di esistere» – afferma Ortisi. «Proprio l’ascesa dell’edge computing consolida la necessità di avere più punti distribuiti sul territorio, con una rete che sia in grado di connettere le diverse forze del settore».

PERCHÉ DCN MILANO?

Data Center Nation riunisce in Italia tutta la filiera degli operatori che contribuiscono alla catena del valore del data center. «Data Center Nation conosce molte bene il mercato italiano, dove abbiamo relazioni consolidate. Che si tratti di soluzioni consumer o business, è evidente che non si possa prescindere dall’importanza del “backbone” alla base della data economy». Il 18 maggio al MiCo di Milano, si incontreranno oltre 400 leader provenienti dalle principali aziende italiane e pubbliche amministrazioni. Un evento, a numero chiuso, organizzato in tre macro-categorie. Da un lato si darà voce alle aziende che vendono prodotti e soluzioni nell’ambito data center. Poi ai provider di soluzioni di colocation in cloud, che sempre più stanno prendendo piede in un mercato che predilige versatilità e adattamento alle necessità dei clienti. Infine, i consulenti che, assieme agli studi di progettazione e grandi costruttori, rappresentano il primo step verso la realizzazione di un data center moderno, capace di soddisfare requisiti tecnologici ma anche di sostenibilità ambientali. Tra questi, lo scenario ibrido, su cui virano privati e pubbliche amministrazioni e che non di rado nasconde delle criticità che vanno affrontate. Ma anche il contesto delle competenze e delle certificazioni, così come l’evoluzione dei datacenters on-premise e l’estrema attenzione all’uptime operativo e alla disponibilità dei dati 24/7.

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