Protezione informata

Protezione informata

Veritas Technologies salvaguarda i dati on-prem e in cloud con un maggior controllo degli aspetti qualitativi per migliorare governance e costi

Sulla rotta verso il successo del business digitale c’è un iceberg di informazioni in larga parte sommerse che può essere origine di costi, rallentamenti e pericolose deviazioni. Secondo Massimo Pistolesi, country manager di Veritas Technologies, gestire la presenza di questi “databerg” deve essere la priorità numero uno di ogni buon progetto di trasformazione digitale e le banche non fanno certo eccezione. «Abbiamo commissionato uno studio sui livelli di conoscenza del patrimonio informativo aziendale e i risultati sono sconfortanti» – commenta Pistolesi. «Le imprese non hanno una concreta visibilità sui loro dati, non sanno quante informazioni sono ridondanti o obsolete e non possono valutare i rischi legati agli attacchi o alla violazione delle normative vigenti».

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Controllo qualitativo del rischio

Un gap di percezione che influisce notevolmente sul mestiere di un provider come Veritas, che storicamente affonda le sue radici tecnologiche nel terreno della conservazione e dell’alta disponibilità dei dati finanziari ma che oggi è chiamato a risolvere anche aspetti più qualitativi sulla natura delle informazioni custodite. «Questi aspetti – spiega Pistolesi – vanno affrontati perché il dato digitale, on-prem e in cloud, ha un costo. È inutile disperdere troppe risorse su dati che potrebbero essere rimossi o salvati su supporti diversi». Inoltre, le problematiche di sicurezza e compliance vanno di pari passo perché conoscere il proprio patrimonio informativo significa poter gestire in modo efficace determinati rischi. Veritas Technologies ha sviluppato soluzioni e piattaforme che permettono di affrontare il tema della conservazione del dato sia dal punto di vista più tradizionale di backup and recovery, sia da quello della “data ownership”, offrendo un controllo più qualitativo. Nessuno dei due aspetti può essere trascurato, specialmente in una realtà infrastrutturale sempre più ibrida. «Parlando di sicurezza in cloud dobbiamo fare molta attenzione» – avverte Pistolesi. Uno spazio di backup in modalità SaaS può essere molto conveniente e sicuro ma nessuno ci mette al riparo da errori o può impedirci di rimuovere informazioni critiche». Attraverso specifici accordi con tutti i maggiori hyperscaler, Veritas è in grado di assicurare un percorso di ripristino garantito anche quando i dati non risiedono fisicamente in un data center di proprietà.

Alta affidabilità applicativa

La ricerca e sviluppo di Veritas punta su tre grandi aree di investimento: protezione, disponibilità e governance del dato. «L’obiettivo è di fornire soluzioni che garantiscono alta affidabilità applicativa, in completa astrazione rispetto alle sottostanti architetture di storage on-prem, in cloud o in modalità mista» – spiega Pistolesi. «Le nostre appliance iperconvergenti consentono di gestire copie di sicurezza esterne che rispondono ai criteri di immutabilità consigliati dalle best practice internazionali e sono corredate da strumenti di auditing e classificazione pensati per una corretta gestione dei “databerg” del cliente».

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