Startup agritech, l’agricoltura del futuro è già qui

Startup agritech, l'agricoltura del futuro è già qui

La nuova alleanza tra uomo e macchine per migliorare la qualità e quantità delle produzioni agricole, riducendo l’impatto ambientale e facendo a meno dell’uso di fertilizzanti e pesticidi

La crescita della popolazione globale, il cambiamento climatico, la scarsità di acqua e terra, e le mutevoli preferenze dei consumatori stanno guidando la necessità di rinnovare i sistemi alimentari in ogni fase, dal seme alla tavola. Il tema della sovranità alimentare è al centro del dibattito. La crisi delle materie prime alimentari porta con sé nuove variabili di rischio per l’economia mondiale.
Alla vigilia del vertice europeo del 30 e 31 maggio a Bruxelles, la prestigiosa “Chatam House”, il Royal Institute of International Affairs, scrive in un tweet: “L’approvvigionamento alimentare globale è un’arma strategica nella guerra della Russia”. Secondo i dati della fondazione indipendente britannica, prima del conflitto in atto, Ucraina e Russia fornivano insieme il 100% delle importazioni di grano della Somalia, l’80% di quelle egiziane e il 75% di quelle sudanesi.

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Il mondo dell’agricoltura si deve confrontare non solo con l’emergenza di ordine geopolitico ma anche con le sfide della trasformazione digitale e il mismatch tra offerta e domanda di manodopera specializzata. Negli ultimi anni, gli investimenti in startup agritech hanno avuto una crescita esponenziale e durante la pandemia hanno battuto tutti i record toccando i due miliardi di dollari. Da seguire con interesse, soprattutto quello che sta accadendo nella piccola Lettonia, dove sta nascendo un ecosistema fiorente di startup agritech guidate da applicazioni di intelligenza artificiale. Le regioni baltiche e in modo particolare la Lettonia sono afflitte da diversi anni dall’impoverimento e dall’erosione del suolo alimentati dal cambiamento climatico.

Green Growth, per esempio, è una startup lettone che ha sviluppato la mappatura della resa dei terreni in tempo reale per aiutare gli agricoltori ad aumentare la loro efficienza. L’applicazione AI fornisce agli agricoltori sia mappe di calore che analisi di degrado dei campi restituendo previsioni sulla distribuzione della loro capacità produttiva. Negli Stati Uniti invece si sta puntando alla raccolta dei frutti e il capitale si sta spostando verso le startup che stanno lavorando a sistemi robotizzati.
Questo perché è sempre più difficile trovare la forza lavoro necessaria e il processo di automazione ha iniziato a prendere sempre più piede.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E AUTOMAZIONE

Raccogliere una ciliegia da un albero, è molto facile, o quasi istintivo, per un bambino. Per un robot invece è estremamente difficile – e molto costoso. Le ultime ricerche su questo campo si ispirano al funzionamento della mano umana. I robot in questo caso vengono addestrati studiando i movimenti delle mani di agricoltori professionisti al fine di replicarli totalmente. Il caldo, la pioggia, condizioni atmosferiche estreme potrebbero non recare alcun disturbo al braccio meccanico che avanzerebbe incurante nel suo lavoro.
Oggi, è già possibile che una AI faccia da sé la spremitura e un trattore decida dove, come e quando seminare. Ma è possibile che un’applicazione di intelligenza artificiale possa, per esempio, potare un albero? Nel metaverso sarebbe molto semplice, basterebbe un’istruzione e poi un click. Ma nel mondo reale? Si prende spunto proprio dal metaverso, o meglio, non va tanto istruito il robot quanto disegnato il frutteto in modo tale da essere più facilmente raggiungibile dalla macchina.

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Insomma, bisognerebbe assistere il robot e non l’opposto. I frutteti tradizionali, troppo alti o troppo bassi, rappresentano una sfida eccessiva per l’analisi e l’elaborazione degli algoritmi. E in futuro? Già oggi, molte imprese agricole stanno coltivando i loro frutteti in modo tale che gli alberi crescano piatti e con i rami ad angolo retto così da semplificare e ottimizzare il lavoro di raccolta del frutto. Mediamente, un essere umano è in grado di raccogliere un frutto in circa tre secondi. Di quanto tempo ha bisogno un robot per compiere la stessa operazione? Secondo le ricerche tenute nel laboratorio di ricerca “Intelligent Machines and Materials Lab” dell’Università dell’Oregon, un robot impiega circa cinque secondi per compiere tutti i movimenti. Questa operazione viene descritta minuziosamente dalla giornalista Jyoti Madhusoodanan: «Al clic di un tasto, il braccio robotico parte per raggiungere il frutto, una mela di plastica realizzata a scopo di test, afferrandola con il palmo a tre dita. Le sue dita sono ricoperte da una morbida “pelle” di silicone, che nasconde i singoli motori collegati ai tendini che guidano le dita. Trenta sensori sotto ogni dito tracciano la pressione, la velocità, l’angolo e altri aspetti della sua presa per aiutare il robot a completare il suo compito. Un’altra pressione di un tasto e le dita si stringono, poi si ruotano e la mela, raccolta con successo, resta nel palmo del robot».

OBIETTIVO SOSTENIBILITÀ

Nel panorama dell’agritech si cominciano a osservare valutazioni estremamente interessanti. È il caso di Absolute, startup agritech fondata nel 2015, valutata circa 500 milioni di dollari e che ha recentemente raccolto 100 milioni di dollari attraverso i round di investimento di Sequoia Capital India, Alpha Wave Global e Tiger Global. Fondata da Agam Khare e Prateek Rawat, la startup controlla l’intero ciclo dei prodotti agricoli, dal seme al raccolto. E la sua piattaforma digitale è un sistema operativo basato su AI che può essere implementato in fattorie verticali, serre e fattorie aperte, consentendo agli agricoltori di coltivare senza utilizzare enzimi sintetici e organismi geneticamente modificati. Sequoia India ha affermato di aver investito su questa startup perché il team di Absolute ha passato anni a ricercare ogni coltura e a capire veramente perché le piante crescono, si comportano e vivono in determinati modi.

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Mentre, Alpha Wave Global lo ha fatto in quanto l’approccio scientifico all’agricoltura basato sull’intelligenza artificiale di Absolute crea un significativo miglioramento per tutti i partecipanti lungo la catena del settore agroalimentare. È facile intuire il perché di una valutazione così alta. Sappiamo bene che il mondo finanziario tende a scontare gli eventi futuri. Come sarà allora l’agricoltura del futuro? È scritto tutto nel libro della tecnologia e questo non significa replicare o sostituire l’essere umano bensì migliorare la qualità e quantità delle produzioni agricole, riducendo l’impatto ambientale e ovviamente facendo a meno dell’uso di fertilizzanti e pesticidi. L’obiettivo delle startup agritech è di evitare l’erosione, l’inquinamento, il degrado ambientale e lo spreco di risorse. L’automazione e l’intelligenza artificiale possono dare vita a un’agricoltura decisamente meno inquinante e più resiliente ai fattori climatici. L’agricoltura del passato era basata su una stretta alleanza tra uomo e natura ma successivamente è diventata una guerra. Oggi, abbiamo l’opportunità di ricreare l’antica alleanza grazie alle innovazioni tecnologiche. È un’utopia? Ma è sempre meglio crederci.