“Distributed by design”: verso un approccio più modulare e flessibile alle infrastrutture digitali

“Distributed by design”: verso un approccio più modulare e flessibile alle infrastrutture digitali

Troppi silos IT, anche moderni, rallentano il business digitale. Si fa largo la necessità di un nuovo modello per le architetture infrastrutturali che dia priorità a resilienza, agilità e soprattutto integrazione. Il 22 settembre l’evento digitale IDC Resilient & Agile Infrastructure 2022

Che si tratti di migliorare il processo decisionale basato sui dati o di automatizzare in modo predittivo operazioni complesse, gran parte dell’agilità del business e dell’efficacia operativa di un’azienda dipendono oggi dalla reattività, scalabilità e resilienza dell’infrastruttura digitale. La resilienza e l’agilità dell’infrastruttura IT diventano poi particolarmente cruciali in periodi di incertezza come l’attuale, dove le aziende si ritrovano a fare i conti con interruzioni delle catene logistiche, aumento dell’inflazione, instabilità geopolitica, picchi dei prezzi dell’energia e cambiamento climatico.

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Prendere le decisioni giuste su dove investire nella modernizzazione dell’infrastruttura IT comporta un impatto fondamentale sulla capacità di un’organizzazione di sopravvivere ai cambiamenti e alle turbolenze.

A livello globale, molte imprese hanno in questi anni investito in strategie di IT ibrido e multicloud per sostituire o potenziare i tradizionali data center on-premises. In generale, la motivazione del passaggio ad approcci ibridi e multicloud è stata quella di meglio allineare la spesa IT alle priorità di business e di consentire agli sviluppatori di accedere on-demand a infrastrutture altamente scalabili e a servizi IT avanzati.

In molti casi, però, le organizzazioni hanno dato priorità alla velocità piuttosto che alla qualità. Ciò ha portato a decisioni di investimento infrastrutturale scollegate tra loro e prese in modo indipendente dai team IT, cloud, DevOps e data science. Le fusioni e acquisizioni aziendali hanno contribuito ad aggravare la situazione.

Molte aziende si affidano ora a più servizi cloud e piattaforme on-premises, che a loro volta supportano diverse generazioni di sistemi di elaborazione e storage – fisici, virtualizzati e cloud. E molti sviluppatori hanno creato dipendenze intorno a specifiche API o servizi di cloud pubblico. Tutto ciò ha portato un gran numero di imprese ad affermare di avere difficoltà a eseguire programmi strategici di business digitale a causa degli attriti operativi legati all’integrazione e al coordinamento di così tanti silos di dati e applicazioni.

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Questo scenario non potrà che peggiorare, a meno che i decisori IT, i team DevOps, i team di data science e le linee di business non trovino un modo migliore per progettare ambienti sempre più distribuiti. Nel complesso, tutto ciò indica la necessità di un approccio più modulare – che in IDC viene definito “distributed by design” – alle architetture IT dell’infrastruttura digitale, approccio che dia priorità a opzioni di deployment ottimizzate per carico di lavoro, a un’automazione software-defined guidata da AI/ML, a operazioni basate su policy, a integrazioni abilitate dalle API e a SLA legati ai risultati aziendali.

Le aziende di successo saranno quelle che supereranno questi silos, vecchi e nuovi, per attivare architetture IT più modulari, coerenti e distribuite dal punto di vista progettuale. Entro il 2026, per esempio, il 90% dei CIO utilizzerà soluzioni AIOps per prendere decisioni automatizzate sulla gestione dei carichi di lavoro che includano parametri di costo e di prestazione, migliorando così la resilienza e l’agilità.

Di tutto questo parleremo il prossimo 22 settembre, in diretta streaming dalle 11:30 alle 13:00, nel corso dell’evento digitale IDC Resilient & Agile Infrastructure 2022. A condurre questo webinar del ciclo IDC Digital Connections saranno Fabio Rizzotto, Vice President, Head of Research and Consulting di IDC Italia, e Daniela Rao, Senior Research and Consulting Director di IDC Italia. Sponsor Cradlepoint, Dynatrace e Rubrick.