Google espande le alternative di fatturazione del Play Store ad altri paesi

Google avrebbe sborsato 360 milioni di dollari per contrastare i rivali del Play Store

Lo SEE entra nel circuito dei pagamenti aggiuntivi a quello ufficiale di Big G

Google ha ampliato il suo progetto pilota “User Choice Billing” con il quale consente a più sviluppatori di app Android di offrire opzioni di pagamento di terze parti come alternative a Google Play. Gli sviluppatori vedranno le loro tariffe di servizio ridotte dal 15/30% del 4% quando gli utenti selezionano una nuova opzione di fatturazione di terze parti, che lo sviluppatore, non Google, deve supportare. La notizia è stata riportata per la prima volta da 9to5Google.A partire dal 1 settembre, gli sviluppatori registrati dello Spazio economico europeo (SEE), dell’India, del Giappone, dell’Indonesia e dell’Australia possono partecipare a User Choice Billing. Google sostiene che il 99% degli sviluppatori che utilizzano la fatturazione del Play Store dell’azienda è compatibile per la tariffa del 15% del servizio, visto che solo i grandi progetti, come Spotify, generano entrate più ampie.

Il progetto pilota User Choice Billing è stato originariamente lanciato a marzo con Spotify nominato come primo partner, dopo che Google è stata costretta a offrire pagamenti in-app alternativi in ​​Corea del Sud. Le mosse arrivano in risposta diretta alle intense critiche che Google e Apple hanno ricevuto a livello globale per le commissioni che prendono dagli acquisti effettuati nei loro negozi digitali che hanno bloccato gli sviluppatori dai sistemi di pagamento in-app di terze parti. Non si sa quando il programma verrà esteso con Google che dice solo che “ci aspettiamo che i dettagli del pilota continuino a evolversi man mano che impariamo di più e riceviamo feedback aggiuntivi”.

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