La prevenzione funziona meglio quando è supportata dai dati

Il nome delle Cose. Che cos’è l’UNS e perché è importante

La forza del dato è sempre alla base dei progetti di Orange Business Services. Vicina al cliente anche nel governare il cambiamento

Trasversale come nessun altro comparto dell’IT aziendale, l’insieme delle tecnologie in ambito HSE (Health, Safety and Environment) pone una serie di sfide direttamente connesse alla gestione dell’informazione. «Non si deve pensare che l’aspetto della salute e della sicurezza fisica delle persone sia slegato dal mondo digitale – avverte a questo proposito Pier Giuseppe Dal Farra, smart industries business expert di Orange Business Services, di fatto un recente rapporto Gartner evidenzia un forte legame tra gli attacchi alla cybersecurity e la safety». Su queste premesse, non a caso, l’azienda che in tutto il mondo concentra le attività di system integration dell’operatore di telecomunicazioni francese combina la progettualità in ambito HSE nella stessa struttura commerciale che si occupa di fabbrica intelligente.

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La sicurezza passa dalla prevenzione

Guardando all’evoluzione del mercato nell’ultimo anno, aggiunge Dal Farra, si coglie un marcato aumento di sensibilità nei confronti dell’uso di dati per la prevenzione degli incidenti e la gestione delle emergenze e delle attività pericolose. «In questo – sottolinea l’esperto di Orange Business Services – l’asticella si alza in perfetta sintonia con quanto avviene in generale nel campo dell’Industria 4.0, dove si assiste inoltre al tentativo di estendere e potenziare la funzione degli strumenti analitici in direzione di una maggiore predittività aiutata dall’intelligenza artificiale. Come è emerso anche nel corso della discussione – enfatizza ancora Dal Farra – la sicurezza fisica passa sempre di più per la prevenzione. «Si tratta di anticipare le situazioni di rischio anche grazie ai dati che raccogliamo».

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Questa attenzione spiega per esempio il crescente interesse dei clienti di Orange nei confronti della sensoristica o del monitoraggio assistito dalla computer vision. «Sulla base dell’analisi automatica delle immagini si possono definire percorsi che riducono la pericolosità. O verificare che gli addetti ai lavori in ambienti molto rischiosi indossino correttamente i loro indumenti protettivi, anche in presenza di centinaia di collaboratori e contractors esterni» – afferma Dal Farra. Un ambito di intervento di Orange riguarda il tracking e l’adeguato supporto, on site e in remoto, delle attività del cosiddetto “connected worker”. Anche a livello di sicurezza ed ergonomia. «Pensiamo a un ambiente ad altissimo rischio come la miniera. Per un cliente australiano è stata studiata una soluzione che, attraverso un visore di realtà aumentata, consente a chi deve realizzare le infrastrutture di sostegno agli scavi di ricorrere alla guida ingegneristica che fa capo all’headquarter».

Resistenze e ostacoli da superare

Tra le mansioni di un system integrator non deve tuttavia mancare la capacità di accompagnare un progetto attraverso le fasi di ideazione, implementazione e adozione. Il settore della sicurezza, spiega Dal Farra, proprio perché legato al rispetto di normative molto stringenti, tende a essere conservativo e le tecnologie hanno un forte impatto sul modo di lavorare delle persone. Non sorprende se il tema del change management ha caratterizzato una parte significativa degli interventi alla tavola rotonda.  «Spesso – conclude Dal Farra – il fallimento di un progetto è dovuto proprio alla resistenza al cambiamento. Per questo cerchiamo di affrontare insieme al cliente tutte le difficoltà, imparando dagli errori. Per costruire il successo un passo alla volta».

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