A2A, la centralità del dato per orientare i processi decisionali

A2A, la centralità del dato per orientare i processi decisionali

L’approccio data driven guida il percorso di trasformazione del Gruppo

Il percorso evolutivo di A2A sul fronte digital sarà caratterizzato nei prossimi anni dall’adozione di un approccio data-driven e di innovazione volto a ottimizzare i processi, automatizzare le attività, e guidare la digitalizzazione delle attività. In quest’ottica la Business Unit di Smart Infrastructure l’unità organizzativa che raggruppa le società del Gruppo che gestiscono tutte le commodities in concessione per la distribuzione energia elettrica, gas, acqua, calore e servizi, illuminazione pubblica, mobility e smart city – ha intrapreso un percorso evolutivo per utilizzare i dati in maniera più efficiente e velocizzare i processi decisionali.

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I contenuti del progetto

«Il percorso di totale digitalizzazione dei processi intrapreso da A2A ci abilita al progetto di data platform in corso; tre i principali pilastri tecnologici: AWS per l’infrastruttura di base; Snowflake per l’enterprise data warehouse ovvero la raccolta e l’elaborazione del dato e Qlik Sense, per l’esposizione, l’analisi, il self reporting, la business intelligence, le dashboard analitycs» ci dice Simone Boschetti, Head of Digital & Innovation – IT Smart Infrastructures A2A. Una scelta necessaria a fronte dell’enorme quantità di dati raccolta annualmente da A2A attraverso gli oltre 4 milioni di punti di distribuzione, essenzialmente i contatori di casa. «Le decisioni da prendere su questa base di dati devono essere tempestive, proattive, predittive e di efficienza. Riuscire a elaborare i dati in questo modo ci permetterà di fare quel salto di qualità per trasformarci da digital a data-driven company. Farci cioè guidare dai dati raccolti ed elaborati per far funzionare ancora meglio il business della distribuzione». Per realizzare questo obiettivo A2A ha selezionato Qlik come partner e in particolare lo strumento di front-end Qlik Sense per lo sfruttamento dei dati da parte dei business users. «Sino ad oggi abbiamo utilizzato Qlik soprattutto come strumento tattico per creare dashboard di KPI, attivare processi di self reporting, ecc; con il progetto data platform Qlik Sense deve puntare a un’unica fonte dati, catalogati, governati e controllati in termini di qualità» spiega Boschetti.

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Aree impattate

Se tecnologia e dati svolgono un ruolo fondamentale nell’abilitare i nuovi modelli di business delle utility, nel caso di A2A gli ambiti in cui l’apporto della tecnologia sarà più impattante per quanto riguarda la distribuzione sono – come illustra Boschetti – la manutenzione predittiva, la gestione degli ordini di lavoro – più di 2 milioni e mezzo all’anno – e il bilanciamento della rete, ovvero la capacità di renderla più resiliente ai picchi di produzione ottenuti dalle rinnovabili. «Oggi disponiamo di una infinità di micropunti di produzione distribuiti sul territorio che immettono energia in rete; energia che quando non viene immediatamente consumata stressa la rete surriscaldando i cavi, creando problemi nella tensione e via dicendo. L’analisi e la correlazione dell’informazione relativa a queste fonti di produzione – quanto producono, quanto posso prevedere che produrranno in una certa giornata e quant’ è il carico di distribuzione della rete – ci permette di gestire meglio l’esercizio della rete perché possa sopperire a cali o ad aumenti nella produzione di energia, più difficile da controllare rispetto al passato».

I prossimi traguardi

Il progetto data platform, partito lo scorso anno andrà a completarsi verso la metà del 2024. «Abbiamo suddiviso il progetto in tre wave» spiega Boschetti.  «La prima ci ha permesso di attivare tutta la catena, portare all’interno l’asset management e i processi del  mondo commerciale della distribuzione e procedere con l’integrazione dei sistemi SAP, ARCGIS, ecc. In seguito integreremo i sistemi SCADA e operation technology». Un percorso che porterà all’on boarding di tutti gli applicativi aziendali. «La data platform che stiamo creando guarda il 100% dei dati gestiti dalla BU. Compresi quelli corporate, i sistemi di HR e HSE – risorse umane e sistemi di sicurezza sul lavoro – SAP corporate, ecc. 54 sistemi – complessivamente più di 5000 tabelle, 87000 campi e circa 45 miliardi di record che alimenteranno la data platform. Un processo – conclude Boschetti che creando gli opportuni coni di visibilità e segregazione permetterà a più di 1000 data consumer di lavorare con uno strumento evoluto di self reporting».

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