Secondo Big G, l’IA è “spaventosamente buona e forte”
Google ha condiviso un avviso “urgente” su ChatGPT dopo che milioni di persone hanno corso per utilizzare il chatbot di intelligenza artificiale. Il CEO di Google, Prabhakar Raghavan, ha lanciato un avvertimento sulla tecnologia al quotidiano tedesco Welt Am Sonntag. “Questo tipo di intelligenza artificiale di cui stiamo parlando a volte può portare a qualcosa che chiamiamo allucinazione”, ha spiegato Raghavan. “Questo viene quindi espresso in modo tale che una macchina fornisca una risposta convincente ma completamente fittizia. Gli enormi modelli linguistici alla base di questa tecnologia rendono impossibile per gli esseri umani monitorare ogni comportamento immaginabile del sistema”, ha aggiunto Raghavan. “Ma vogliamo testarlo su una scala abbastanza ampia da essere soddisfatti delle metriche che utilizziamo per verificare la correttezza delle risposte”.
“Stiamo valutando come integrare queste opzioni nelle nostre funzioni di ricerca, in particolare per le domande a cui non esiste un’unica risposta” ha aggiunto: “Naturalmente sentiamo l’urgenza, ma sentiamo anche la grande responsabilità. Ci atteniamo a uno standard molto elevato. Ed è anche il mio obiettivo: diventare leader nei chatbot in termini di integrità delle informazioni ma anche in quanto alle responsabilità che ci assumiamo. Questo è l’unico modo in cui saremo in grado di mantenere la fiducia degli utenti”.
Il monito di Google arriva dopo che il chatbot è esploso in popolarità subito dopo Natale. “ChatGPT è spaventosamente buono. Non siamo lontani da un’IA pericolosamente forte”, ha detto Elon Musk, uno dei fondatori di OpenAI che sviluppa il software. Sam Altman, capo di OpenAI, ha dichiarato in precedenza: “Sono d’accordo sull’essere vicini a un’IA pericolosamente forte nel senso che rappresenta, ad esempio, un enorme rischio per la sicurezza informatica. e penso che potremmo arrivare a una vera “artificial general intelligence” nel prossimo decennio, quindi dobbiamo prendere molto sul serio i rischi connessi”.
