HP, il lavoro ibrido guarda a prodotti e servizi intelligenti

L'AI rimodellerà il panorama italiano della cybersecurity nel 2024

Esperienze ibride più inclusive e maggiore flessibilità sul posto di lavoro, grazie a servizi e soluzioni che mettono al centro la sicurezza dei dispositivi e la gestione IT

Il lavoro ibrido, per aziende di ogni settore e dimensione, rappresenta una modalità consolidata per approcciare la produttività. La possibilità di avere dispositivi e tecnologia per essere connessi ovunque, in gergo “seamless”, se non è mai stata una vera novità, solo con la pandemia ha posto al centro la necessità di ripensare gli spazi di lavoro, destinati non più ad accogliere centinaia di persone ma un flusso ragionato di dipendenti, in ambienti capaci di trasformarsi e rendersi essi stessi “ibridi”.

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«Il ritorno delle persone negli ambienti di lavoro tradizionali porta con sé dei vantaggi innegabili, dalle riunioni fisiche ai dialoghi faccia a faccia con colleghi e clienti. L’hybrid work ha però messo in evidenza tutti i benefici di un modello dinamico e versatile, che non sparirà nel tempo» – spiega Giampiero Savorelli, AD HP Italy. «Non possiamo nascondere il fatto che il lavoro ibrido abbia permesso a tante aziende, come HP, di allargare la propria offerta verso un pubblico più ampio, che nel giro di poco si è ritrovato a casa con dispositivi tecnologici prima presenti solo in ufficio. Da casa, ognuno di noi ha “scoperto” un modo diverso di lavorare e acquistare, fruire di contenuti digitali, spesso ragionando meglio sulle priorità, sulla qualità piuttosto che la quantità. Pensiamo all’emergere dei modelli di subscription di tanti servizi, uno scenario su cui HP si era già mossa da tempo, per esempio con il servizio HP Instant Ink che offre piani di approvvigionamento flessibili di inchiostro e toner».

IL NUOVO RUOLO DELL’IT

All’interno delle aziende, i reparti IT sono stati sottoposti a uno stress intenso. Durante e dopo la crisi pandemica, HP ha agito globalmente con una strategia locale. In Italia, il focus è rimasto sulle PMI – «fulcro del nostro tessuto imprenditoriale» – continua Savorelli. «Ho perso il conto delle iniziative che, con l’alleggerimento delle misure di protezione, abbiamo intrapreso per accompagnare i partner nel nuovo modo di proporsi ai clienti. Una vicinanza che si è resa necessaria ancora di più dalla presa di coscienza di essere tra i player principali quando si tratta di dotazioni professionali, dunque chiamati a rispondere in prima persona delle esigenze degli utenti, un aspetto che abbraccia sia l’ambiente professionale che consumer».

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Recentemente, HP ha creato una divisione con l’obiettivo di creare servizi digitali innovativi, anche a supporto di specifiche necessità. «I tecnici sono passati dalla gestione di device quasi sempre “on-prem” a un parco macchine distribuito, da automatizzare e governare in maniera olistica. HP, in tal senso, ha lavorato per migliorare le attività degli amministratori, anche dal punto di vista della sicurezza informatica». Con HP SureClick Enterprise, figlio di HP Wolf Security, si crea una mini macchina virtuale per proteggere le informazioni in caso di attacco. «Oramai, tutti dovrebbero essere consci del fatto che una singola disattenzione può mettere in crisi l’azienda sia dal punto di vista della reputation che economico. La grande sfida è allora gestire un ambiente informatico complesso, dove l’utente è allo stesso tempo dipendente e navigatore, creatore e fruitore di servizi digitali, con tutti i rischi che ciò comporta».

VERSO LA SOSTENIBILITÀ

Entro il 2030, HP si è posta l’obiettivo di diventare tra le imprese IT più sostenibili al mondo. Un traguardo che per essere raggiunto ha bisogno di accendere i riflettori sulle catene di fornitura e le modalità di lavoro su larga scala. Per HP, sostenibilità è una parola da intendere a 360 gradi: utilizzo di materiale riciclato (ricordiamo il notebook HP Elite Dragonfly che già nel 2019 era costruito con plastiche potenzialmente destinate all’oceano) e salvaguardia dei diritti umani nelle fasi di approvvigionamento di materiali e lavoro in fabbrica. Per non dimenticare il Sustainable DaaS, ossia l’incentivo per le imprese a far girare prodotti e periferiche invece di passare a nuovi modelli, quando non indispensabile. «Un modo per dare nuovo valore all’economia circolare, premiando anche i partner che ci aiutano in tale percorso» – afferma Savorelli. «Il programma HP Amplify Impact è pensato proprio per loro: abbiamo bisogno di change maker, persone che si impegnano in azioni concrete per ridurre l’impatto ambientale della tecnologia, andando oltre i proclami che non portano a risultati tangibili».

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