Check Point rinnova l’offerta con Infinity Global Services

Check Point rinnova l’offerta con Infinity Global Services

Prevenzione delle minacce e consolidamento della resilienza IT al centro della proposta. In pista Elena Accardi per rilanciare la country

Archiviata l’edizione 2023 di CPX, flagship event di Check Point Software Technologies dedicato a clienti e ai partner, per Elena Accardi – nuovo country manager dell’azienda – è tempo di rimboccarsi le maniche per rilanciare la country Italia e valorizzare una presenza già fortemente radicata sul territorio. «La proposizione molto competitiva dell’azienda mi ha subito impressionato» ci dice Accardi. «Così come il numero di funzionalità del framework Check Point. Che a mio parere necessitavano di essere scaricate a terra in una modalità più completa. Questo perché specie nelle mie precedenti esperienze (tra le altre Hewlett-Packard, Imperva e Netskope, ndr) in cui mi occupavo di cloud security e avevo in testa – come peraltro tante organizzazioni – il fatto che in Check Point tutto ruotasse attorno al firewall. Quello che con grande scoperta ho fatto studiando la preposizione è prendere atto di quanto sia stato lungimirante Gil (Schwed, CEO e fondatore dell’azienda, ndr), nell’acquisizione di aziende (Odo Security, Hyperwise, Spectral, Avanan, ecc) andate a complementare la proposizione Infinity. Riuscendo ad indirizzare una pletora di uses cases, oggi i mal di pancia principali dei nostri clienti». Il boom di dati – 175 zetabyte di dati entro il 2030 secondo le stime IDC, un numero 20 volte più grande di quello attuale – del cloud – oltre il 50% dei dati web oggi è rappresentato da applicazioni cloud – e dei dispositivi, oltre 20 miliardi in rete entro il 2030,  «tutto questo – rileva Accardi – fa sì che un’azienda come Check Point – osservando il contesto e lo scenario – non possa fare a meno di inserire funzionalità aggiuntive alla propria proposizione; perché l’obiettivo è quello di presentare un’offering, un framework con un approccio il più olistico possibile».

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Horizon e IGS

Il recente lancio di Horizon, piattaforma per la gestione integrata della rete, endpoint, dispositivi IOT e cloud aziendali, conferma l’impegno di Check Point di perseguire l’integrazione fattiva delle soluzioni, con l’obiettivo di garantire alle aziende gli strumenti adeguati per prevenire le minacce, essere più resilienti e colmare il gap di competenze in materia di sicurezza informatica. Un solco nel quale s’inserisce anche Infinity Global Services, epitome dello sforzo di Check Point di offrire una sicurezza in grado di adattarsi velocemente alle minacce grazie a un set di servizi che amplia in oltre trenta aree quelli già esistenti che superi la bolla del falso senso di sicurezza che l’accumularsi di software e ferro tendono a creare. Un’offerta, riassume Shwed, «per consentire alle organizzazioni di migliorare le operazioni e i controlli di cybersecurity, rafforzare architetture e sistemi, dal cloud alla rete agli endpoint e potenziare la resilienza IT». In particolare Infinity integra le tre caratteristiche chiave richiamate da Shwed, che devono informare un approccio non artato alla difesa: completezza nella risposta per coprire i principali vettori di attacco; consolidamento dell’architettura per supportare la gestione delle operation di sicurezza in un unico ambiente e collaborazione, ovvero la capacità di migliorare raccolta e analisi dei dati da sistemi di terze parti. Duplice l’obiettivo: fornire non solo la capacità di rilevare tempestivamente gli attacchi, ma anche di erogare una threat prevention competitiva. Certificata peraltro dalle prove condotte da Miercom lo scorso gennaio secondo cui la capacità di prevenire gli attacchi si è verificata nel 99,7% dei casi, staccando di molte lunghezze la concorrenza (Fortinet 72,7%, Cisco 46,1%, Palo Alto Networks 38,7%).

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Focus Italia

Uno sforzo di rinnovamento che Accardi dovrà fare proprio per guidare lo sviluppo strategico dell’azienda in Italia. Coordinando le attività commerciali e consolidando l’ecosistema di partner sul territorio. Tre i fattori sui quali puntare: motivazione, skill e collaborazione. «Se lavoriamo correttamente su tutti e tre i fattori possiamo auspicare a un aumento delle performance. Un aspetto quello motivazionale su cui bisogna lavorare quotidianamente, non solo in Check Point ma in tutte le organizzazioni» osserva Accardi. «Poi c’è l’aspetto delle skill. Un modello che possiamo replicare anche su partner e clienti. In questo ambito è importante che a tutti i livelli – non soltanto ai sales – le competenze siano al massimo livello. Non solo dal punto di vista tecnico ma anche sul fronte dei cosiddetti soft skills, caratteriali, intellettuali, attitudinali». Fattore questo strettamente legato alla terza componente, la collaborazione. «Assolutamente necessaria nelle organizzazioni più strutturate, tra varie service line – struttura di prevendita e post vendita, supporto tecnico, ecc» conclude Accardi.