Come misurare la sostenibilità digitale. Nasce il nuovo indice DiSI Corporate

L’appuntamento è per il 18 aprile alla Sapienza Università di Roma, in occasione del Digital Sustainability Day per la presentazione della prima prassi di riferimento UNI insieme al DiSI City

La sostenibilità è un sistema complesso per natura. Ambiente, società ed economia – i tre sistemi che lo compongono – sono tra loro in una relazione di profonda interdipendenza, tanto che un’alterazione in ognuno di questi può produrre un impatto talvolta ben più ampio sugli altri sistemi collegati. Insomma, non sono semplicemente connessi, sono parte di un tutto. Ed è proprio per gestire tale complessità, e approcciare al tema in una logica di sistema, che occorre capire come la tecnologia digitale sia lo strumento migliore oggi a disposizione. Dunque, per aziende e organizzazioni impegnate in progetti in questo ambito, è fondamentale ragionare in termini di sostenibilità digitale.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Ma se il digitale ha un enorme potenziale, la capacità di sfruttarlo come strumento di sostenibilità in un progetto passa dalla possibilità di misurarne i risultati. Ed è per rispondere a questa sfida che nasce DiSI Corporate: l’obiettivo è di definire le condizioni che un progetto di trasformazione digitale dovrebbe avere per essere coerente con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.

Grazie al deciso input di realtà associate come Enel, ACI Informatica, Bludigit-Italgas e Cisco Italia, e con l’attivo supporto di altre come MM Spa e Fondazione EY – la Fondazione per la Sostenibilità Digitale ha portato allo sviluppo della prima prassi di riferimento UNI sulla sostenibilità digitale. «La prassi suggerisce un percorso, che segue le fasi del ciclo di vita di un progetto, per verificare quanto un’organizzazione e un progetto aderiscano, in modo concreto, ai princìpi che ispirano gli obiettivi di sviluppo sostenibile» – spiega Salvatore Marras, responsabile Public Sector della Fondazione e Coordinatore del progetto. «Un percorso di autovalutazione basato su una serie di 58 indicatori di performance (KPI) che legano il ruolo sistemico del digitale alla sostenibilità ambientale, economica e sociale».

Leggi anche:  Dell Technologies e Hugging Face semplificano la GenAI con l'IT on-premise

Il valore aggiunto risiede nella lettura complessiva delle interazioni della digitalizzazione e della trasformazione digitale rispetto ai diversi aspetti della sostenibilità: un approccio multidimensionale che sintetizza la sostenibilità digitale, in un indicatore per ciascun SDG considerato, e permette la rappresentazione immediata in un grafico radar. Dal quadro di sintesi, i responsabili di un’organizzazione o di un progetto possono comprendere i punti di debolezza o di forza e prendere decisioni su quali strade intraprendere per migliorare la capacità di usare le tecnologie digitali per ridurre gli impatti negativi di sostenibilità.

«La realizzazione di una prassi trova giustificazione nella necessità di definire metriche di valutazione oggettive circa le relazioni tra digitalizzazione e sostenibilità in un progetto, superando l’attuale approccio spesso limitato a un’analisi basata sul modello DNSH (Do No Significant Harm), che evidenzia l’impatto del digitale soprattutto in termini ambientali e l’analisi degli impatti negativi della tecnologia, sottodimensionando il ruolo di tale strumento come abilitatore di sostenibilità»dichiara Stefano Epifani, presidente della Fondazione. La prassi sarà presentata il 18 aprile al Digital Sustainability Day, evento annuale della Fondazione e principale incontro dedicato a guardare a tendenze, fatti e prospettive della sostenibilità digitale in Italia. E, con l’occasione, verrà mostrato anche il livello di percezione nelle diverse città italiane rispetto al ruolo del digitale per la sostenibilità, con la presentazione del DiSI City: l’indice sviluppato dalla Fondazione con l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” per misurare la sostenibilità digitale delle città metropolitane italiane, che approfondiremo nel prossimo appuntamento di questa rubrica.

A cura di Fondazione per la Sostenibilità Digitale