Il Cloud è ancora lontano dall’Italia?

L'omnicanalità: quel concetto demodé

Alberto Bazzi, Head of Digital Business Technologies di Minsait in Italia, illustra le principali criticità e potenzialità legate all’adozione del Cloud pubblico

La trasformazione dei processi di vendita e del rapporto tra aziende e clienti sta vivendo una fase di profonda evoluzione. Le nuove abitudini dei consumatori, la commistione tra canali digitali e fisici e le possibilità innovative di crescita del business abilitate dalla tecnologia stanno guidando la trasformazione delle aziende verso nuovi modelli di rapporto con i clienti più digitali e più integrati. In questo scenario, ha un ruolo determinante la migrazione verso il Cloud, un mercato di circa 3 miliardi di euro e tassi di crescita annuali sopra il 20%. Tuttavia, la diffusione del Cloud pubblico nei canali di contatto e di vendita delle aziende italiane risulta ancora molto limitata. Il viaggio verso la “nuvola” è ancora lungo in Italia.

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Stando ai dati del rapporto sulla digitalizzazione dei canali di vendita realizzato da Minsait con gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, due terzi delle organizzazioni italiane dichiarano di gestire on-premise tutti i dati del cliente, mentre un ulteriore 31% valuta caso per caso, a seconda della tipologia dei dati in questione. Solo il 5% delle aziende e istituzioni interpellate ha dichiarato di utilizzare il Cloud pubblico per conservare e gestire tutti i dati del cliente. Inoltre, solo il 22% delle imprese italiane gestisce nel Cloud tutti o la maggior parte dei canali, mentre un’azienda su due ha una gestione totalmente on-premise (se non magari per qualche servizio sporadico).

Le principali criticità che vengono riscontrate nell’adozione del Cloud pubblico riguardano soprattutto temi di compliance, gestione della contrattualistica, problemi di connettività e, non per ultimo, mancanza di competenze interne all’azienda. Sono tutte priorità che le nostre aziende e istituzioni devono affrontare con urgenza per sfruttare appieno il potenziale del Cloud.

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Tra queste potenzialità, le imprese italiane ne evidenziano principalmente due: la scalabilità, ovvero la capacità di aumentare o ridurre le risorse computazionali in base alle esigenze aziendali senza investimenti costosi in nuovi hardware, e la rapidità di implementazione di nuove funzionalità, ad esempio di Analytics o di Intelligenza Artificiale, a costi contenuti.

In questo contesto, secondo i dati di Minsait, il settore italiano più virtuoso nell’utilizzo del Cloud per la gestione dei canali di contatto con i propri clienti è quello del Turismo: i cambiamenti delle esigenze dei consumatori e l’entrata nel mercato di nuovi player digital native hanno spinto anche gli attori tradizionali verso nuove tecnologie e strumenti digitali. Al secondo posto troviamo il settore dell’Industria, nel quale i processi di front-end vengono migrati al Cloud con molta più frequenza rispetto a quelli di back-end per i quali si predilige una gestione dell’infrastruttura tecnologica nei siti produttivi.

Fanalini di coda sono il settore Bancario e Assicurativo e Telco e Media, per i quali gli obblighi normativi e di compliance più stringenti risultano un grande freno alla migrazione dei dati in Cloud. Anche i settori Retail, Energy & Utility e Pubblica Amministrazione hanno una propensione all’utilizzo del Cloud inferiore rispetto alla media di mercato, spesso per scetticismo riguardo alla gestione della contrattualistica e alle politiche di gestione della sicurezza dei dati da parte dei provider.

Ma, nonostante queste criticità, come suggeriscono i dati, l’adozione del Cloud tra le imprese italiane aumenterà nei prossimi anni e per le aziende sarà fondamentale farsi trovare pronte all’appuntamento per restare competitive in uno scenario in rapida evoluzione. Per questo motivo, secondo la nostra esperienza, bisogna adottare una strategia basata su 3 passi principali che porti a far emergere i vantaggi del cloud: investire su professionisti del settore e formare personale interno per sviluppare competenze che possano accompagnare l’azienda nella transizione verso il Cloud; avviare un processo graduale di migrazione al cloud partendo da tutti quei servizi e applicazioni per i quali non sono presenti particolari vincoli normativi; affidarsi a partner in grado di accompagnare l’azienda in tutto il processo end-to-end della trasformazione. Attraverso queste pratiche, le aziende potranno sbloccare appieno il loro potenziale grazie alle possibilità offerte dalla Cloud Transformation.

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