Con Adobe Firefly l’AI generativa incentrata sui creator è disponibile per milioni di utenti

Adobe Firefly si espande a livello globale e supporta messaggi in oltre 100 lingue

Adobe Firefly è una delle beta di maggior successo nella storia dell’azienda con oltre 70 milioni di immagini generate nel primo mese

Adobe presenta l’integrazione di Adobe Firefly con Google Bard e l’espansione della Content Authenticity Initiative (CAI).

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Dopo il primo mese dal lancio della beta di Adobe Firefly, i creator l’hanno resa una delle beta di maggior successo di Adobe, generando più di 70 milioni di immagini con funzionalità quali text-to-image, ricolorazione vettoriale ed effetti di testo. Adobe ha sviluppato Firefly, la nuova famiglia di modelli di AI generativa creativa, secondo principi etici dell’AI quali responsabilità, affidabilità e trasparenza, con l’obiettivo di garantire la centralità del creator e la sicurezza per un uso commerciale dei modelli sviluppati.

In questo contesto, Adobe e Google annunciano una collaborazione per portare Firefly in Bard, il servizio basato sull’AI conversazionale di Google, con la possibilità di continuare il viaggio creativo in Adobe Express. Nel corso dei prossimi mesi, Firefly diventerà il principale partner dal’AI generativa per Bard, in grado di potenziare e mettere in evidenza le funzionalità di text-to-image. Con la nuova integrazione, tutti gli utenti, senza distinzione di livello di competenze, potranno descrivere a Bard le loro idee creative  per creare immagini generate da Firefly direttamente attraverso Bard e poi modificarle e utilizzarle per creare progetti tramite Express.

Adobe e Google stanno sviluppando questa partnership con un approccio incentrato sui creator: Adobe, infatti, utilizzerà la tecnologia open-source Content Authenticity Initiative (CAI) Content Credentials per garantire la trasparenza delle immagini generate attraverso questa integrazione a cui avranno accesso milioni di persone.

“Il grande riscontro ottenuto dalla beta di Adobe Firefly dimostra il potenziale dell’intelligenza artificiale generativa, che è  in grado di ispirare un più ampio numero di utenti a creare e la necessità di un nuovo approccio che sia incentrato sui creator e commercialmente valido”, ha dichiarato Ely Greenfield, CTO, Digital Media di Adobe. “Grazie all’integrazione con Google Bard, stiamo dando modo a milioni di persone l’opportunità di utilizzare Firefly per l’ispirazione creativa e per la progettazione e la condivisione di contenuti di qualità con Adobe Express”.

Leggi anche:  Infor: una revisione strategica mirata al cloud

“L’intelligenza artificiale generativa ha catturato l’attenzione a livello globale, ridisegnando il modo di pensare alla collaborazione e ridefinendo il concetto di produttività”, ha dichiarato Sissie Hsiao, vicepresidente e direttore generale di Assistant e Bard di Google. “Siamo entusiasti di collaborare con Adobe Firefly e di dare ai nostri utenti il potenziale per dare vita alle loro idee creative in modo facile e veloce, direttamente in Bard”.

Firefly è il servizio di intelligenza artificiale generativa più variegato, in grado di produrre contenuti di qualità professionale e per uso commerciale, ed è progettato per essere integrato direttamente nei flussi di lavoro dei creator, sia nelle applicazioni di Adobe sia in Google Bard. Il primo modello di Firefly è stato sviluppato su immagini Adobe Stock, su contenuti open license e di dominio pubblico con copyright scaduto.

“Le aziende enterprise potranno modulare Firefly usando il proprio material creativo al fine di generare contenuti in linea con il tone of voice della società. L’integrazione di Firefly nelle applicazioni di Adobe Experience Cloud consentirà alle imprese che si occupano di marketing di utilizzare Firefly per accelerare la produzione della supply chain legata ai contenuti. In questo momento storico delicato, in cui l’AI è diventata più potente e diffusa che mai, le persone hanno bisogno di un modo per sapere cosa c’è dietro un contenuto di cui stanno fruendo “, ha dichiarato Dana Rao, General Counsel and Chief Trust Officer di Adobe. “Content Credentials consentirà ai creator di raccontare le loro storie in modo autentico, fornendo al contempo strumenti di facile utilizzo per verificare come un contenuto è stato creato e modificato”.

Leggi anche:  Digitronica.IT, una codebase aggiornata, viva e pronta per nuove sfide

La CAI, fondata da Adobe, ha superato un importante traguardo, superando i 1.000 membri grazie all’adesione di Universal Music Group (UMG), Stability AI e Spawning.ai. Questi membri si uniscono a un ampio mix di aziende del settore tecnologico e dei media, produttori di fotocamere, professionisti creativi, ricercatori, ONG e molti altri. Con l’emergere dell’AI generativa, le Credenziali di Contenuto hanno un ruolo essenziale nel garantire che le persone sappiano se un contenuto è stato creato da un essere umano, generato o modificato dall’AI.

“Questo traguardo dimostra l’importanza di ristabilire la fiducia online e l’aiuto concreto che la soluzione CAI ha garantito e può garantire in futuro in tutti i settori e mercati”, ha dichiarato Dana Rao, General Counsel e Chief Trust Officer di Adobe