La strategia multi-cloud inizia on premise

La strategia multi-cloud inizia on premise

L’IT on premise è sempre più un cloud privato. La strategia deve iniziare da lì

Tutti amiamo il cloud pubblico. In effetti, nelle grandi aziende italiane e non solo, l’uso del cloud pubblico è praticamente onnipresente, apprezzato per le sue tariffe al consumo, l’elasticità e la semplicità di auto-gestione che porta alla fornitura di risorse IT. Si potrebbe desumere che tutti i dati e i carichi di lavoro siano diretti verso il cloud pubblico, se non oggi, in un futuro non troppo lontano.

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Ma non è così. Secondo una recente ricerca di Forrester, quasi il 60% delle applicazioni risiede ancora nei data center aziendali. Infatti, mentre il cloud pubblico continua a catturare l’attenzione, ciò che a volte sfugge è che anche la spesa per l’infrastruttura on-premise è in crescita e rappresenta ancora la maggior parte della spesa IT.

Quindi, se amiamo così tanto il cloud, perché si presenta questo scenario? Non si tratta solo di una situazione transitoria. In parole semplici, alcuni dati e progetti sono troppo sensibili e/o troppo regolamentati per essere trasferiti nel cloud; inoltre, se le applicazioni che richiedono i dati sono on-premise, potrebbe non avere senso dal punto di vista finanziario archiviare i dati in remoto e pagare i costi di uscita necessari per recuperarli.

In questi casi i team IT sono sempre più alla ricerca di modi per replicare tutto ciò che di buono c’è nel cloud pubblico, ma nel proprio data center, creando cloud privati. Il primo cloud della strategia multi-cloud potrebbe quindi essere quello di proprietà.

Quali sono le opzioni se si vuole replicare la semplicità di un cloud pubblico nella costruzione e gestione del proprio? AWS e Microsoft forniscono l’infrastruttura da collocare nel data center privato. Loro possiedono e gestiscono l’infrastruttura e l’utente ne è il fruitore. Il problema di questo approccio è che non risolve tutti i problemi di gestione multi-cloud poiché ci si ritrova con solo due (o più) silos di cloud nel proprio data center.

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Recentemente, tuttavia, è emersa una terza soluzione cloud neutral. HyperCloud di SoftIron replica la semplicità, l’elasticità e le funzionalità self-service del cloud pubblico, combinando hardware e software ottimizzati in modo decisamente più semplice da fruire e gestire.

Inoltre, essendo cloud neutral, è possibile creare una vera esperienza cloud per tutti gli sviluppatori, indipendentemente dal luogo in cui vengono eseguiti i carichi di lavoro. Costruendo il proprio marketplace di modelli e immagini, si può controllare l’ambiente degli sviluppatori in modo che le applicazioni e i carichi di lavoro siano progettati per rimanere “on-premise”, mentre altri siano sviluppati per garantire la portabilità tra i vari provider di cloud pubblico.

Per i carichi di lavoro on-premise è possibile ottenere significativi risparmi sui costi, eliminando le spese di uscita, e semplificando i contratti di assistenza e di licenza associati ai precedenti cloud “fai da te”.

Questa semplicità risolve anche il cosiddetto problema del “secondo giorno”, ovvero le criticità che insorgono nel gestire l’operatività di un cloud privato basato su software e hardware di più fornitori, ed elimina di conseguenza la necessità di schiere di ingegneri altamente qualificati dedicati a garantirne l’operatività, che possono quindi focalizzarsi su progetti finalizzati al raggiungimento degli obiettivi strategici aziendali.

Fronteggiare questa strategia multi-cloud, semplificando e ottimizzando l’approccio al cloud privato on-premise, permette di ottenere numerosi vantaggi.

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