La sfida di Oracle e Microsoft

La sfida di Oracle e Microsoft
Giovanni Ravasio e Andrea Sinopoli

Le due società hanno sottoscritto un accordo di collaborazione che potrebbe fare riscrivere le regole di mercato per Data Base e Cloud, grazie alla commistione delle loro soluzioni. Come risponderà la concorrenza, ovvero i grandi Cloud Provider? Verso una nuova practice di mercato?

Settembre sarà ricordato da Oracle come un mese di grandi annunci. Di portata tale da poter anche far riscrivere parte delle regole che governano i settori del Data Base e del Cloud. Andrea Sinopoli, VP e Cloud Technology Country Leader, Oracle Italia, durante un incontro con la stampa di settore, ha esplicitamente detto di essere tornato dagli Stati Uniti molto energizzato per la mole e la qualità degli annunci rilasciati. “Personalmente ritengo che l’accordo stretto da Oracle con Microsoft per cooperare insieme, ‘quasi da amici’, sia la notizia di maggiore rilevanza per le implicazioni sui mercati del DB e del Cloud. In concreto si è deciso di far ospitare i nostri DB all’interno di Azure, con un programma di lavoro che assegna grande importanza all’IA generativa (Microsoft ha il 49% di OpenAi, che vale intorno ai 40 miliardi di dollari ndr). Una mossa che rende i nostri DB ancora più open e indipendenti dalla piattaforme tecnologiche usate dagli utenti finali”. Sono già una cinquantina le funzionalità AI-based individuate e oggi usabili, con vantaggi in termini di velocità e potenza. E ciò grazie anche ai rilevanti investimenti fatti negli scorsi anni da Oracle nell’automazione. “Una lungimiranza – precisa Sinopoli – che vale per gli accordi stretti con Nvidia e Ampere per rendere disponibili le nuove istanze basate sui loro processori di nuova generazione che aumentano le prestazioni e l’efficienza per i carichi di lavoro su GPU e CPU. Peraltro la tecnologia Ampere contribuisce a rendere più sostenibile il Cloud”.

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L’intesa strategica siglata con Microsoft per potenziare la presenza di Oracle nel mercato Cloud non va a scapito dell’attività concernente il Data Base che anzi uscirà rafforzata, per effetto dei continui miglioramenti fatti. “Sono di questi giorni ad esempio – puntualizza sempre Sinopoli – due features che considero disruptive, di cui una, che chiamo DB relazionale poliglotta, renderà più facile la interazione con il DB e il lavoro degli sviluppatori. Idem per la seconda che renderà la comunicazione con il DB ancora più semplice: sarà come parlargli assieme”.

Applicazioni fortemente IA-based

Concetti ribaditi anche da Giovanni Ravasio, VP e Cloud Applications Leader Italia e Iberia di Oracle. “Con la nuova tendenza a sviluppare applicazioni, generando codice anziché scriverlo, si migliora la sicurezza in quanto embedded, si alza la velocità e nello stesso tempo si riducono i costi. Questi elementi hanno quindi permesso di avere applicazioni quasi immediate e adatte anche per industries in passato marginali”. Ecco probabilmente uno dei motivi per cui Oracle è in grado di aggiornare gratuitamente le sue applicazioni ogni tre mesi. “Grazie anche alla IA generativa uno dei nostri obiettivi, precisa, è di fare del DB uno strumento sempre più potente, funzionale, utile e polifunzionale. Con riflessi benefici per le diverse industries, PA compresa (sanità in particolare) con una integrazione e commistione più forti grazie all’impiego di due motori che si parlano tra loro e un accresciuto ruolo degli analytics. Inoltre grazie ai nuovi annunci daremo nuovo impulso al B2B, settore in cui Microsoft ha stretto accordi con Mastercard, per i pagamenti (grazie a una virtual card) e con Uber per semplificare le consegne. Vi è inoltre da parte nostra una maggiore attenzione verso le istanze dei clienti: l’80% delle 50 funzionalità nuove di cui si parlava prima è il risultato di un lavoro di condivisione con i clienti”.

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Più opportunità per i partner?

A questo punto si possono fare almeno due considerazioni. Le organizzazioni interessate a una migrazione verso il Cloud oggi hanno una opzione in più che si chiama Oracle. Quelle interessate al Data Base potranno rivolgersi anche a Microsoft. C’è da chiedersi cosa faranno AWS e Google, per citare i due dei maggiori Cloud provider, per rispondere all’offensiva di Microsoft-Oracle, che peraltro abbassa anche la soglia di accesso a due tecnologie fondamentali della trasformazione digitale. Un altro interrogativo riguarda i partner di queste due società: come si giocheranno la partita e in che modo? “A mio avviso, conclude Sinopoli, vedo per i partner profilarsi un ruolo ancora più importante che in precedenza, con addirittura la possibilità di erogare servizi Cloud come se fossero loro”.