Le novità di Google per allinearsi al Digital Services Act

Google penalizzerà sul motore di ricerca i siti che usano contenuti generati da IA

L’insieme di norme è entrato in vigore a fine agosto e coinvolge decine di aziende tecnologiche

Google fornirà maggiori informazioni sulla pubblicità mirata, sulle decisioni sui contenuti e sulle politiche di prodotto nella volontà di conformarsi alle nuove regole di moderazione dei contenuti dell’UE. Conosciuta come Digital Services Act (DSA), la legislazione del blocco è entrata in vigore il 25 agosto per 19 grandi aziende tecnologiche. Stabilisce molteplici misure di vasta portata progettate per responsabilizzare e proteggere gli utenti online dalla disinformazione, dai contenuti dannosi o illegali e dalla violazione della privacy e della libertà di parola. “Amplieremo l’Ads Transparency Center, un archivio globale ricercabile di inserzionisti su tutte le nostre piattaforme, per soddisfare specifiche disposizioni DSA e fornire ulteriori informazioni sul targeting per gli annunci pubblicati nell’Unione europea” hanno sottolineato Laurie Richardson, VP Trust and Safety di Google e Jennifer Flannery O’Connor, VP Product Management YouTube.  Il centro, lanciato a marzo, consente agli utenti di saperne di più sugli annunci che vedono. Google sta inoltre ampliando la portata dei suoi rapporti sulla trasparenza per includere informazioni sulle decisioni di moderazione dei contenuti su un numero maggiore di servizi, come Google Play, Ricerca e Maps.

Inoltre, l’azienda sta implementando un altro Centro per la trasparenza, dove gli utenti potranno accedere alle informazioni sulle politiche dei prodotti, trovare strumenti di reporting e ricorsi e scaricare i vari report sulla trasparenza. Nel frattempo, il colosso della tecnologia ha anche ampliato l’accesso ai dati per i ricercatori che vogliono “comprendere di più su come funzionano nella pratica Ricerca Google, YouTube, Google Maps, Google Play e Shopping” e stanno conducendo ricerche “relative alla comprensione dei rischi sistemici dei contenuti nell’UE”. Google è tra le numerose grandi aziende tecnologiche che annunciano modifiche per aderire alle regole della DSA. Facebook e Instagram hanno lanciato feed non personalizzati (ovvero cronologici), mentre Amazon ha aperto un nuovo canale per segnalare prodotti illegali o contraffatti.

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