Amadori, Filiera 4.0

Amadori, Filiera 4.0

L’IT come punto di controllo e innovazione. Gli snodi che l’IT deve presidiare in una filiera così complessa come quella di Amadori sono l’eterogeneità degli stakeholder e delle loro esigenze – spiega Sandro Salvigni, head of Digital Transformation Amadori.

«Parlare con gli allevatori è molto diverso dal relazionarsi con l’industria. Cambiano le necessità e il livello di digitalizzazione. In questi anni, l’azienda ha fatto un percorso verso una maggiore omogeneità e standardizzazione sia nel mondo industriale sia in quello zootecnico – osserva Salvigni. Oggi la digitalizzazione applicata ai temi della tracciabilità e della gestione documentale, comuni a tutta la filiera, è una realtà matura cresciuta nel tempo in modo pervasivo, pur partendo da livelli diversi». «Sino a cinque anni fa, buona parte degli allevamenti non era neanche in rete. Oggi, quelli di proprietà lo sono, la totalità dei processi zootecnici è digitalizzata, in molti raccogliamo dal campo dati dalle centraline consolidandoli sul cloud e trasformandoli in informazioni che consentono il monitoraggio di condizioni ambientali e di benessere animale anche da remoto. In alcuni siti abbiamo avviato anche progetti pilota che hanno fatto leva su tecnologie di VR/AI per automatizzare attività come quelle di rilevazione dell’accrescimento. L’obiettivo nei prossimi mesi e anni è quello di estendere queste esperienze progressivamente a tutte le realtà del gruppo».

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Naturalmente – continua Salvigni – c’è una difficoltà, soprattutto nelle aree più a monte della filiera, di riuscire ad allocare budget a queste attività trasformative a discapito di attività più “fisiche” di evoluzione dell’asset allevamento sempre necessarie. «Alcune scelte in queste aree sono state fatte in maniera più conservativa se confrontate con quanto è avvenuto in fabbrica, dove con investimenti in ottica 4.0, abbiamo registrato trasformazioni più radicali. Per questo è ancor più importante dimostrare il valore e il ritorno di queste iniziative». In un settore che ha una componente commodity molto importante con margini compressi e una serie di costi che altri settori non devono affrontare, come la catena del freddo e la gestione di un magazzino con shelf life molto brevi, è fondamentale lavorare su tutta la filiera affinché i processi siano i più efficienti possibili.

IoT centralizzato, logistica smart e automazione come chiavi dello sviluppo

«Amadori è un’azienda che negli anni, ha fatto investimenti importanti nell’ampliamento della capacità produttiva e distributiva e nell’automazione di fabbriche e piattaforme distributive. La distribuzione è un’altra direttrice importante di investimenti di digitalizzazione. «Per noi, la logistica ricopre un ruolo estremamente significativo, soprattutto per i vincoli legati ai tempi molto tirati dei processi di preparazione e consegna con un ciclo dell’ordine estremamente breve che richiede un’impeccabile gestione per garantire maggiore freschezza e personalizzazione alle richieste del cliente.

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Oggi anche in virtù della complessità e della variabilità sempre maggiore dei mercati è sempre più necessario guidare al meglio questa “macchina”. «I progetti in corso oggi si focalizzano sui temi di pianificazione e ottimizzazione della supply chain con l’obiettivo di far girare al meglio i “muscolidelle operations potenziando il “cervello” che li governa». Gli investimenti in digitalizzazione e ottimizzazione dei processi se bene gestiti possono consentire all’azienda importanti benefici in termini di efficienza e di conseguente cost saving e alimentare così nuove iniziative che garantiscano una crescita sempre più sostenibile.