Il retail si fa media. KI-Point adotta le soluzioni di Key To Business per la data-monetization

Il retail si fa media. KI-Point adotta le soluzioni di Key To Business per la data-monetization

A cura di Marco Gatti, Chief Growth Officer di Key to Business

Key To Business, AI e computer vision a servizio dei clienti
Marco Gatti, Chief Growth Officer di Key to Business

Il settore retail ha sempre più la necessità di ripensare il modo in cui gli spazi vengono impiegati. Le aziende che godono di un certo numero di passaggi hanno la possibilità di acquisire, analizzare e monetizzare il traffico. In particolare, il “Retail Media” è un fenomeno in forte ascesa. Secondo uno studio di Luma Partners il tasso di crescita di questa industry è più rapido rispetto a quello che abbiamo visto negli anni scorsi con il search e con i social media. Uno studio Reuters invece stima che entro il 2028 i ricavi dai network di media nel retail (RMN) rappresenteranno il 15,4% di tutti i ricavi pubblicitari, superando la televisione come piattaforma pubblicitaria.

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Sono molteplici i vantaggi per gli inserzionisti, che non acquistano più spazi sulla base di generici interessi dell’audience, ma pianificano considerando dati e informazioni derivanti dalle transazioni reali delle persone (quali ad esempio il dwell time e l’analisi del sentiment).

Questa novità rappresenta un importante valore anche per i punti vendita stessi, che possono contare su una voce incrementale dei propri ricavi e sulla possibilità di creare nuove forme di analisi, monitoraggio ed esperienza.

“E’ in quest’ottica, ma non solo” afferma Armando Borsetti, amministratore delegato di Ki-Point “che abbiamo deciso di intraprendere un percorso per innovare il servizio offerto dai nostri punti vendita, partendo da quelli presenti nelle grandi stazioni, iniziando da Termini, per poi estenderlo gradualmente su tutto il territorio”.

Le soluzioni legate all’intelligenza artificiale ci permettono infatti di monitorare il servizio che offriamo ai clienti, tempi di attesa e code e di  intercettare eventuali clienti insoddisfatti. Ki-Point, azienda del gruppo Poste Italiane, è un franchisee di punti vendita che offre vari servizi (tra i quali spedizioni, pagamenti utenze, rivendita di cancelleria e prodotti per l’ufficio) e che vede transitare migliaia di persone nei vari punti affiliati.

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“Abbiamo iniziato con il domandarci: come possiamo monitorare il servizio e, nel contempo, comprendere quali sono i servizi ancillari che possiamo offrire ai nostri clienti?”

L’intelligenza artificiale attraverso una serie di sensori e device IOT è in grado di intercettare informazioni che si rivelano di enorme valore per il business.

Tempi di sosta, profilazione del pubblico, code, analisi delle impression sulle pubblicità ed una serie di algoritmi che possono essere implementati in modo “custom” per i clienti anche per ripensare esperienze specifiche con realtà aumentata, schermi interattivi e assistenti virtuali.

Stiamo vivendo un momento in cui i crescenti trend di acquisto “on-line” stanno mutando il modo in cui vengono vissuti da parte dei consumatori ed i retailer devono riconsiderare le esperienze ponendosi in qualche modo come “media” e sperimentando nuove forme di interazione e di business.

“Abbiamo optato per una soluzione tecnologica “open” ma allo stesso tempo realizzata da un team di lavoro italiano con cui poter dialogare, in modo da poter sfruttare la stessa infrastruttura tecnologica anche per altri scopi e non avere un sistema chiuso” continua Borsetti. “L’idea è quella di poter allargare ad altri ambiti questa infrastruttura, quali la safety & security per migliorare sempre di più l’esperienza ed offrire ai nostri visitatori un luogo sempre più sicuro e protetto”.