Prysmian, fattore convergenza

Prysmian, fattore convergenza

Con 25 centri di ricerca e sviluppo distribuiti in tutto il mondo e il 90% del fatturato generato all’estero, Prysmian Group è sicuramente campione italiano di innovazione, riconosciuto a livello globale. Presente in 50 paesi con 108 stabilimenti produttivi e più di 30mila dipendenti, è leader nei business dei cavi per l’Energia e le Telecomunicazioni.

Le sue attività, diversificate e in continua evoluzione, si sviluppano nell’intersezione tra i due settori, contribuendo a ridefinirne le dinamiche di mercato. «L’integrazione tra i cavi dedicati al trasporto dell’energia e quelli impiegati nelle telecomunicazioni segna una tappa significativa nell’evoluzione delle infrastrutture, centrale per lo sviluppo di smart city, reti intelligenti e connettività globale» – spiega il Group CIO & CDO Giovanni Cauteruccio.

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Energy e Tlc, mondi sempre più interconnessi, grazie alle energie rinnovabili e alle nuove tecnologie che stanno rovesciando i vecchi modelli. «Negli impianti di produzione di energia, la domanda di controllo, monitoraggio e governance dei dati continua a crescere» – spiega Cauteruccio. «Al tempo stesso, le telco, hanno bisogno di energia per sostenere la domanda di connettività. Pensiamo alle antenne 5G». Una reciproca dipendenza che ha reso essenziale l’impiego di cavi di nuova generazione. Gli stessi che Prysmian progetta, sviluppa e produce insieme ai sistemi di cablaggio utilizzati in una vasta gamma di applicazioni, tra cui reti di telecomunicazioni fisse e mobili, reti di trasmissione dati, reti di accesso a banda larga. «La convergenza è destinata a rivoluzionare il settore. La nostra risposta a questa sfida è di continuare a sviluppare cavi tecnologicamente avanzati in cui il trasporto di dati e di energia si fondono».

Il ruolo chiave dei cavi nella rivoluzione energetica e delle telecomunicazioni

I nostri cavi con portanza ed efficienza sempre maggiore, sono i protagonisti della transizione energetica a livello globale, che passa attraverso le nuove energie rinnovabili, le cui fonti principali – parchi eolici e campi fotovoltaici – sono spesso lontani da aree industriali e grandi città. La cybersecurity in tutto questo gioca un ruolo critico, concentrata nel programma di Plant Security intrapreso da Prysmian a protezione dalle minacce esterne. «Un piano suddiviso in due fasi» – spiega Cauteruccio. «Anzitutto, abbiamo lavorato sullo sviluppo delle persone, procedendo con la mappatura delle competenze digitali. Poi, abbiamo lanciato una campagna di sensibilizzazione sui rischi digitali, parallelamente all’aggiornamento dei sistemi». Uno sforzo importante, anche in termini di investimenti, indirizzato a 108 plant sparsi nel mondo. «Dal 2020, i security team dislocati su tutti i siti dispongono di una piattaforma, capace in caso di attacco informatico di isolare il singolo impianto, impedendo la propagazione su tutti gli altri. A questo punto è iniziata la campagna di sicurezza in ogni sito per mettere in sicurezza tutti gli asset connessi. Suddivisi per gruppi omogenei e isolati in altrettante bolle di sicurezza in modo da limitare gli effetti di un qualsiasi attacco da virus e malware». Segregazione perseguita su larga scala, anche per linee di produzione. «Un’innovazione ulteriore che ci permette di garantire la continuità di business e ridurre il rischio cyber. Fattori importanti per un’azienda quotata come la nostra».

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