La sostenibilità del cloud ibrido non è più un lusso nella realizzazione di Data Center ecosostenibili

Minsait e Circular siglano una partnership per lo sviluppo della prima certificazione ambientale e sociale di prodotto in Italia

Le tematiche affrontate durante la COP 28 (la 28ª conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) hanno aumentato l’eco globale relativo agli obiettivi di sostenibilità, agli impegni e alle attività destinate a ridurre l’impronta ambientale sempre più considerati una priorità per le imprese, tanto che molte aziende stanno scegliendo di mettere la tecnologia più avanzata al centro dei propri piani per la sostenibilità.

Una ricerca di Hitachi Vantara condotta nel 2023 su un campione di 1.000 aziende in tutto il mondo ha confermato questo dato, evidenziando che i quattro principali passi che le imprese stanno compiendo per migliorare il proprio livello di sostenibilità sono tutti legati alla tecnologia: decarbonizzazione dei data center, sfruttamento delle più recenti soluzioni tecnologiche per ridurre l’impatto ambientale, transizione verso fonti energetiche alternative, utilizzo di edifici, impianti e attrezzature efficienti dal punto di vista energetico.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Secondo questa stessa ricerca, quasi quattro responsabili IT su cinque hanno sviluppato programmi per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni di carbonio; inoltre, il 60% ritiene che la creazione di data center ecosostenibili sia una priorità assoluta.

Sempre nel 2023, l’International Energy Agency (IEA) ha rilevato che i data center rappresentano l’1-1,5% del consumo globale di elettricità. L’energia è necessaria per l’archiviazione dei dati, le tematiche legate alla gestione dei workload e della potenza di calcolo, e il traffico IP dei data center. E ancora, l’energia è necessaria per l’alimentazione dei sistemi di raffreddamento e di ventilazione – da soli rappresentano circa il 30% del consumo energetico – e per il funzionamento dell’edificio stesso.

In breve, basta ridurre al minimo l’impatto della gestione dell’infrastruttura IT per contribuire in misura sensibile ai temi della sostenibilità ambientale delle imprese.

Leggi anche:  L’Europa userà l’IA per rilevare anomalie su asteroidi e pianeti

L’importanza del passaggio alla sostenibilità

Tuttavia, non si tratta di un compito semplice. Anche alcune delle aziende più avanti su questa tematica hanno ancora molta strada da fare poiché lo scenario è in continua evoluzione e le incognite sono ancora tante.

Per comprendere meglio quanto questo sia importante e a che punto siano oggi le aziende nel percorso verso la sostenibilità, la ricerca di Hitachi Vantara ha identificato una classifica di “eco-data leader” stilata in base ai progressi compiuti dalle aziende nella realizzazione e nell’implementazione di un data center ecosostenibile.

Lo studio ha rilevato che gli “eco-data leader” sono più propensi ad associare la sostenibilità alla creazione di valore piuttosto che ad un puro esercizio di conformità normativa. La costruzione di un data center eco-friendly porta maggiori opportunità di crescita all’azienda, incrementando la capacità di attrarre investimenti, e di soddisfare le aspettative dei clienti e di ottimizzare i costi.

Su quest’ultimo punto, le grandi aziende (quelle con un fatturato superiore a 10 miliardi di dollari) possono ottenere risparmi significativi scegliendo di diventare eco-data leader, con costi operativi annuali per data center di 9,8 milioni di dollari. In confronto, altre imprese di dimensioni simili investono circa 20,2 milioni di dollari, ovvero più del doppio. Di conseguenza i vantaggi di un data center efficiente dovrebbero essere evidenti.

Una strategia supportata dal cloud

Le imprese stanno adottando numerose strategie per attuare questo cambiamento sostenibile, una tra queste è la migrazione dei dati nel cloud, un approccio utilizzato dal 45% dei partecipanti alla ricerca di Hitachi Vantara. E sebbene molte aziende stiano ottenendo una serie di vantaggi dal cloud, le imprese che si affidano a soluzioni cloud ibride devono assicurarsi che questa tecnologia sia in grado di contribuire in maniera adeguata ad un futuro sostenibile. Infatti, l’implementazione del cloud senza una solida strategia può comportare una maggiore difficoltà nel monitorare le emissioni di carbonio e un minore controllo da parte dell’azienda sulle misure adottate per creare un data center sostenibile.

Leggi anche:  Onward Medical sperimenta con successo la tecnologia per far muovere le braccia a pazienti quadriplegici

Per ottimizzare con successo l’infrastruttura del data center e le pratiche di gestione dei dati con il supporto del cloud, è necessario prevedere una serie di azioni come l’eliminazione degli hot-spot e dell’uso eccessivo di energia, il potenziamento dei sistemi di raffreddamento e il corretto smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici. Iniziative come queste, adottate per ottimizzare in modo intelligente i carichi di lavoro nella configurazione del cloud ibrido, contribuiranno a fare la differenza nella riduzione del consumo energetico complessivo.

Questa trasformazione è molto probabilmente destinata ad essere un punto di svolta per le aziende nel breve termine, passando da un “nice to have” ad una necessità assoluta. Una strategia di cloud ibrido sostenibile non si limiterà ad allinearsi agli obiettivi aziendali, ma ridurrà drasticamente i costi energetici ed ottimizzerà le operazioni di gestione dei dati per migliorare l’efficienza, proteggere le risorse e ridurre in modo sostanziale l’impatto ambientale.

Ispirare innovazione e azione

È evidente che la posta in gioco sia elevata e che, grazie ai numerosi benefici che si possono ottenere, saranno le aziende più veloci ad agire che ne trarranno i maggiori vantaggi.

Gli “eco-data leader” sono quelli più propensi a condividere la responsabilità della sostenibilità con tutti i livelli di leadership. Si tratta di un aspetto dal quale tutte le aziende possono imparare: la sostenibilità dei data center deve essere un lavoro di squadra. Tutti i c-level dovrebbero fornire il proprio contributo alla strategia, e lo stesso vale per gli esperti esterni, i quali possono supportare a mappare le opzioni disponibili utilizzando le moderne tecnologie ibride.

Tutto questo dovrebbe essere un processo guidato dal desiderio di innovazione, non solo qualcosa di necessario per rispettare le norme. Quindi, se la migrazione al cloud rientra nei piani di costruzione di un data center sostenibile occorre anche pensare a come monitorare le emissioni e a come si possono attuare i miglioramenti on-premise. Ad esempio, l’azienda dovrebbe utilizzare approcci più smart per rendere i sistemi di raffreddamento più efficienti e ridurre gli hot-spot, oppure dovrebbe aumentare l’uso di NAS (Network Attached Storage) ad alte prestazioni, che consentono di archiviare e recuperare i dati da una posizione centrale.

Leggi anche:  Re-Generation, il progetto pilota tutto italiano per rimettere a nuovo i robot usurati

Non esiste un approccio “one and done”. Raggiungere un equilibrio ottimale di collocazione del workload – destinato a cambiare con l’evolversi delle esigenze aziendali – e il mantenimento di un approccio operativo flessibile lungo ambienti complessi è di fondamentale importanza per la riuscita delle strategie adottate. Fondamentali risultano quindi le scelte tecnologiche capaci di mettere a disposizione l’agilità necessaria a favorire l’innovazione e al tempo stesso a soddisfare le esigenze immediate di un consumo flessibile capace di supportare gli obiettivi di sostenibilità.

Anche se il top management oggi riconosce la necessità di un cambiamento, non tutti si trovano nella stessa fase di attuazione di tale cambiamento. Nel 2024 le aziende dovrebbero non solo avere ben chiaro che questa trasformazione rappresenta un’opportunità preziosa per creare un’impresa migliore e più sostenibile, ma anche prepararsi a un futuro destinato ad essere costantemente trasformato dalla tecnologia.