Pure Storage, il futuro è nella data-service company

Pure Storage, il futuro è nella data-service company

Chiuso l’anno fiscale in crescita, si completa la trasformazione da offerta di prodotto a piattaforma

Nell’epoca del cloud, lo storage veste ancora un ruolo fondamentale per le aziende di ogni tipo e dimensione. Un caso è quello di Pure Storage, che ha chiuso a gennaio il suo anno fiscale con oltre 12.500 clienti, con una soddisfazione dei clienti pari a 82, su una scala da 1 a 100. Di recente, gli analisti di Gartner hanno riconosciuto una leadership al vendor da più di 10 anni per il segmento delle memorie flash, più o meno da quando Pure Storage si è affacciata sul particolare mercato. “La nostra crescita si deve principalmente al mercato entreprise – spiega Paolo Fontana, Country Manager di Pure Storage Italia – anche se ci rivolgiamo a organizzazioni di ogni dimensione. In termini di numeri, nel corso dell’ultimo decennio, Pure Storage ha ottenuto una curva di crescita sostanziale, staccando la diretta concorrenza, in alcuni casi anche importante”. Il Q4 del 2023 è stato, per molte imprese, peculiare dal punto di vista della ripresa economica. Il vendor è secondo, in termini di market share, con più del 20% sul totale del mercato all-flash. Nel trimestre appena concluso, Pure Storage cresce del +12% in Italia.

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“Nell’ottica di voler accompagnare i clienti nelle sfide che si pongono loro dinanzi – continua Fontana – abbracciamo una strategia dinamica, che segue la visione a medio e lungo termine che da sempre segna la storia di Pure. In tal modo, non solo rispondiamo alle esigenze dei clienti ma le anticipiamo. Siamo così passati da una azienda di prodotto ad una data platform. L’obiettivo non è solo conservare il dato ma trarre da questo più valore. Una trasformazione che ci porta a essere una data-service company”.

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Fin dall’inizio, Pure Storage ha puntato ad andare oltre la fornitura del solo hardware. Nasce con tale scopo Purity, il cuore della piattaforma di offerta di Pure Storage. “L’idea è un cloud operative model che renda semplice la governance delle informazioni, in modalità as-a-service, per ottimizzare la spesa e contenere i costi” sottolinea Umberto Galtarossa, Partner Technical Manager di Pure Storage. “A livello di architettura, Pure è nata in maniera diversa dalle altre soluzioni sul mercato. A differenza di molti, non andiamo a cambiare l’intera infrastruttura quando obsoleta ma la aggiorniamo in maniera silenziosa, senza interruzioni. Qualcosa che è critico in certi ambienti. Ad esempio, in Italia, i primi casi d’uso dell’esplosione del dato riguardano la sanità. Non è possibile pensare di spostare exabyte di cartelle cliniche fermando l’operatività di un ospedale. Bisogna essere agili e pronti a rinnovare senza limitazioni”.

Secondo Pure Storage, avere un’unica infrastruttura accesa su cui cambiare e aggiornare i singoli pezzi è la scelta migliore per adottare nuovi approcci in ottica di continuità. Tra i tanti clienti di Pure Storage c’è Meta, che ha scelto il fornitore anche per evolvere nei sistemi di intelligenza artificiale. Parlando di clienti, Alfredo Nulli, Responsible for Architectures & Technological Portfolio di Tim Enterprise ha spiegato le motivazioni verso la scelta del vendor nelle operazioni di trasformazione digitale. “Tim Enterprise serve due contesti: supporta la crescita tecnologica di Tim e offre servizi al mercato. Negli ultimi tempi, si è aperta una terza strada: valorizzare la colocation di prossimità con gli hyperscaler, che devono massimizzare la governance dei dati anche tenendo conto della sovranità”. In questo contesto, Tim Enterprise ha scelto un modello flessibile e consolidato, insieme ad una indipendenza dal modello di computing. “Il servizio doveva assicurare SLA ridotti e una latenza molto bassa. A seguito di una gara, la scelta è ricaduta su Pure Storage”.

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