Il cloud privato è ormai considerato strategicamente alla pari del cloud pubblico, grazie alla prevedibilità dei costi, ai requisiti della GenAI e alla fiducia nella capacità di garantire sicurezza e compliance
I cloud privati non inseguono più il cloud pubblico e quest’ultimo non è più l’opzione predefinita: le organizzazioni stanno ridefinendo le loro strategie in un vero e proprio “cloud reset”. È quanto emerge dal report Private Cloud Outlook 2025, un’indagine approfondita su 600 responsabili IT dell’area EMEA, condotta da Illuminas in collaborazione con Broadcom Inc.
Oltre la metà degli intervistati (54%) indica il cloud privato come la destinazione privilegiata per i nuovi carichi di lavoro nei prossimi tre anni, mentre il 65% sta valutando la repatriation di workload dal cloud pubblico al privato e un terzo lo ha già fatto. Il cloud privato si afferma inoltre strategico alla pari del cloud pubblico per AI e applicazioni cloud‑native, con il 65% che preferisce eseguire applicazioni container‑based e Kubernetes sul cloud privato o un mix di pubblico e privato, e il 54% sceglie il cloud privato per l’addestramento, la messa a punto e l’inferenza dei modelli di intelligenza artificiale.
“Questo report lo conferma: il cloud privato è una piattaforma strategica per la modernizzazione IT”, ha dichiarato Prashanth Shenoy, vice president of product marketing, VMware Cloud Foundation Division (VCF) di Broadcom. “I clienti progettano intenzionalmente in funzione della flessibilità, collocando i carichi di lavoro negli ambienti che offrono il miglior equilibrio tra prestazioni, controllo ed efficienza dei costi. Il cloud reset rappresenta l’occasione per creare ambienti IT più efficaci, sicuri ed economicamente sostenibili. Chi adotta in modo strategico un cloud privato moderno potrà supportare un’innovazione GenAI sicura, avere maggiore visibilità sui costi e accelerare la workload repatriation”.
Sicurezza, GenAI e prevedibilità dei costi accelerano la transizione verso il cloud privato
Nel percorso di modernizzazione delle infrastrutture, i responsabili IT scelgono sempre più il cloud privato per esigenze critiche: protezione dei dati sensibili, gestione di carichi GenAI imprevedibili e trasparenza finanziaria.
Sicurezza e conformità
- Il 93% si affida al cloud privato per requisiti di sicurezza e compliance
- Il 66% è “molto” o “estremamente” preoccupato per la compliance nel cloud pubblico; la sicurezza è il principale motore della rapatriation dei workload
Requisiti della GenAI
- Privacy e sicurezza dei dati (47%) sono le maggiori sfide nell’adozione della GenAI
- Le organizzazioni scelgono il cloud privato per i carichi AI quasi quanto il pubblico (54% contro 55%)
Prevedibilità e riduzione dei costi
- Il 90% apprezza la visibilità e la prevedibilità finanziaria offerte dal cloud privato
- Il 94% segnala sprechi nella spesa per cloud pubblico
- Il 48% stima che oltre un quarto della propria spesa in cloud pubblico sia inutilizzata, aprendo ampi margini di ottimizzazione
L’accelerazione del cloud privato
Esperienze dirette sul cloud pubblico, l’impennata dei carichi GenAI e le crescenti esigenze di sicurezza, compliance e controllo dei costi stanno guidando questa riallocazione cloud strategica. Per sfruttare appieno i vantaggi del cloud privato, le organizzazioni devono superare due sfide chiave: l’esistenza di team IT a silos e il perdurante gap di competenze. Il 35% degli intervistati cita i team IT a silos come principale sfida nell’adozione del cloud privato, mentre il 29% indica la carenza di competenze interne. Passando dai silos tecnologici a team di piattaforma, le aziende possono investire sul reskilling permanente delle risorse e ridurre la dipendenza da servizi professionali. Il report rivela che l’83% sta già riorganizzando i propri team intorno a una logica di piattaforma.