L’Italia sta facendo progressi nei pagamenti digitali, ma il divario generazionale sta rallentando l’adozione dei pagamenti tramite dispositivi mobile nei negozi

L'Italia sta facendo progressi nei pagamenti digitali, ma il divario generazionale sta rallentando l'adozione dei pagamenti tramite dispositivi mobile nei negozi

In Italia, l’adozione della tecnologia SoftPOS (pagamento tramite mobile/tablet come POS o QR code) è più limitata rispetto all’America Latina e ad altri paesi europei, fermandosi al 38%

Il punto vendita è diventato l’epicentro del cambiamento nel settore dei pagamenti, ma milioni di aziende continuano a operare con infrastrutture obsolete, incapaci di rispondere alle nuove esigenze del consumatore digitale. Lo rivela il nuovo report Nuek, società tecnologica di Minsait (Gruppo Indra) specializzata in infrastrutture di pagamento, che analizza come la riscossione dei pagamenti tramite smartphone (SoftPOS) e i modelli basati sulle subscription stiano emergendo come nuovi driver di competitività per i retailer.

Lo studio Accettazione dei pagamenti nei punti vendita al dettaglio, realizzato da Nuek in collaborazione con AFI (International Financial Analysts), si basa su oltre 5.200 interviste condotte in Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Messico, Perù, Repubblica Dominicana, Uruguay, Spagna, Italia, Portogallo e Regno Unito. Tra i suoi principali risultati, evidenzia l’accelerazione della riscossione dei pagamenti digitali da dispositivi mobili in America Latina e il persistente ritardo in Europa, soprattutto nel commercio locale.

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Nonostante il potenziale tecnologico, la digitalizzazione dei punti vendita è ancora ostacolata da lacune nell’adozione, quadri normativi non allineati e un ecosistema frammentato che impedisce la diffusione di esperienze realmente integrate.

Pagamenti mobile: una soluzione accessibile ed efficiente per le piccole imprese

In Italia, l’adozione della tecnologia SoftPOS (pagamento tramite mobile/tablet come POS o QR code) è più limitata rispetto all’America Latina e ad altri paesi europei: mentre il Portogallo si distingue con un tasso superiore al 50% e la Spagna si aggira intorno al 40%, l’Italia si ferma al 38%: solo il Regno Unito presenta un tasso inferiore (30%). Esiste un divario generazionale significativo: solo il 13% degli over 55 in Europa ha utilizzato SoftPOS, mentre il 42% di questo gruppo non è a conoscenza della possibilità di pagare con questa tecnologia. La riluttanza a pagare con SoftPOS in Italia è legata tanto alla mancanza di fiducia nei confronti di questa tecnologia, che comprende l’insicurezza relativa alla riservatezza dei dati e alla sicurezza della tecnologia SoftPOS stessa, (29%), quanto alla preferenza per altri metodi di pagamento (28%), in particolare il contante tra gli anziani. A frenare, anche i problemi tecnici (26%) e la mancanza di sicurezza nei confronti della realtà che ha offerto questa possibilità di pagamento al consumatore (14%).

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Il rapporto conferma che l’America Latina è all’avanguardia nell’adozione di soluzioni di pagamento mobile (SoftPOS), con il 62% della popolazione bancarizzata che ha effettuato pagamenti presso attività commerciali che utilizzano questa tecnologia, rispetto al 41% in Europa. Il salto non è da poco: questo tipo di soluzione elimina la necessità di terminali fisici (POS), consentendo alle piccole imprese di trasformare qualsiasi telefono cellulare o tablet in un punto di pagamento contactless.

“Per decenni, l’accettazione dei pagamenti digitali è stata limitata da un modello rigido, costoso e fisico”, afferma Javier Rey, CEO di Nuek. “Quello che sta accadendo oggi è un cambiamento di paradigma: la funzione del terminale è integrata nello smartphone, il commercio diventa più agile e i costi si riducono drasticamente. Quello che un tempo era un limite tecnologico sta ora diventando un modo per attivare un nuovo modello operativo per le aziende che erano rimaste escluse dalla trasformazione digitale”.

Vale la pena sottolineare che si tratta di un metodo di pagamento in ascesa e con forti prospettive di crescita. L’opinione prevalente tra i rappresentanti del settore dei pagamenti, intervistati tramite il Barometro dei Pagamenti Minsait sulle Tendenze dei Metodi di Pagamento 2024 (con la partecipazione di oltre 60 professionisti del settore), è che il metodo di pagamento SoftPOS registrerà una crescita significativa nel breve termine. Questa opinione è condivisa dall’80% degli esperti intervistati, di cui quasi il 50% ritiene che questa crescita si concentrerà nelle piccole e medie imprese.

Subscription: l’abbonamento entra in scena nel commercio locale

Il rapporto mostra che i modelli di pagamento in abbonamento stanno guadagnando terreno nel commercio locale, soprattutto tra le aziende che cercano forme di reddito più stabili e una maggiore fidelizzazione dei clienti. La loro penetrazione è significativamente maggiore in America Latina che in Europa, trainata dai consumatori più giovani: il 58% degli utenti tra i 18 e i 34 anni nella regione (e il 49% di quelli europei) evidenzia la velocità come fattore chiave nella scelta di questo metodo.

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“Stiamo osservando come i giovani stiano adottando nuove forme di pagamento come parte delle loro routine digitali. Questo rappresenta un’enorme opportunità per progettare soluzioni che rispondano alle loro aspettative fin dal primo contatto”, afferma Javier Rey.

Tuttavia, l’adozione in Europa è inferiore e più frammentata, influenzata dall’invecchiamento demografico e dalla ridotta presenza di servizi locali che adottano questo modello. L’Italia, insieme al Regno Unito e alla Spagna, ha un tasso di penetrazione dei pagamenti tramite abbonamento inferiore al 33% della popolazione bancarizzata, al di sotto della media latino-americana. I pagamenti tramite abbonamento sono concentrati tra i giovani e la forma di pagamento più utilizzata in Italia per i prodotti e servizi di cui si usufruisce tramite subscription è l’addebito diretto (36%).

Al di là delle differenze, il messaggio di fondo è chiaro: l’economia ricorrente non è più esclusiva delle piattaforme globali. Le aziende locali (dalle palestre ai servizi di consegna) stanno integrando gli abbonamenti come parte del loro modello operativo. Per farlo, necessitano di soluzioni di pagamento in grado di gestire flussi automatizzati, sicuri e adattabili su più metodi di pagamento, un aspetto che rimane un problema irrisolto per gran parte dell’infrastruttura commerciale in entrambe le regioni.

Pagamenti senza confini: il digitale non è sempre sinonimo di globalizzazione

Sebbene l’e-commerce sia cresciuto costantemente in Europa e America Latina, il canale transfrontaliero deve ancora affermarsi come un’opzione comoda o affidabile per milioni di utenti. L’Italia si distingue per la sua elevata quota in questo senso: il 39% del totale dell’e-commerce, superiore a Regno Unito (15%) e Spagna (29%) e subito dopo al Portogallo (45%). L’87% della popolazione bancarizzata italiana ha effettuato acquisti online da rivenditori al di fuori dell’Unione Europea (UE), la percentuale più alta tra i Paesi analizzati, e solo il 40% afferma di avere riscontrato problemi, la percentuale più bassa fra i Paesi presi in esame.

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In America Latina, oltre il 70% di coloro che acquistano all’estero ha riscontrato almeno un problema, rispetto al 50% in Europa. Il problema, tanto in America Latina, quanto in Europa, non è la mancanza di domanda, ma piuttosto la persistenza di attriti strutturali che ostacolano l’esperienza di pagamento internazionale. Ciò che più preoccupa è che gli utenti più giovani (quelli che acquistano di più online) sono anche quelli che segnalano maggiori difficoltà, soprattutto in Europa. Ciò evidenzia una discrepanza tra le aspettative digitali dei consumatori e le effettive capacità dell’ecosistema dei pagamenti. Colmare questo divario richiede un’infrastruttura interoperabile che riduca le difficoltà e consenta la diffusione di esperienze realmente globali, un obiettivo che, a oggi, è ancora ben lungi dall’essere raggiunto nella maggior parte dei mercati.