UCID interviene su Gaza, Storchi e Apreda: “Nostro dovere agire concretamente per fornire aiuti”

UCID interviene su Gaza, Storchi e Apreda: "Nostro dovere agire concretamente per fornire aiuti"

L’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (UCID) fa sentire la sua voce, in un momento di profonda crisi internazionale. A farlo sono Fabio Storchi, presidente Ucid di Reggio Emilia e Nino Apreda, alla guida di Ucid Campania.

Fabio Storchi ha voluto sottolineare con forza come il mondo dell’impresa e del management a ispirazione cristiana non possa e non debba rimanere indifferente di fronte alle tragedie in atto, in particolare nei teatri di conflitto di Gaza e Ucraina. “Il nostro ruolo di dirigenti e imprenditori non si esaurisce tra bilanci e strategie di mercato,” ha affermato il presidente Storchi.

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“L’UCID è fondata sui principi della Dottrina Sociale della Chiesa, che ci impongono di vedere l’uomo come fine, non come mezzo. Davanti alle atrocità che stanno martoriando la popolazione civile a Gaza e in Ucraina, non possiamo e non dobbiamo chiudere gli occhi.” L’appello è un richiamo esplicito alla responsabilità etica che ogni dirigente dovrebbe sentire, ribadendo che la pace e la dignità umana sono precondizioni irrinunciabili per uno sviluppo economico autentico e sostenibile. Storchi ha voluto ripercorrere i valori fondanti dell’associazione, sottolineando come l’UCID si ponga radicalmente contro ogni forma di guerra e violenza.

“I nostri statuti e la nostra storia ci chiedono di essere costruttori di pace,” ha spiegato. “La guerra è l’antitesi di tutto ciò che rappresentiamo: distrugge il capitale umano, le infrastrutture economiche e il tessuto sociale. La nostra missione è promuovere il bene comune, e il bene comune è incompatibile con la barbarie dei conflitti.”

Il presidente ha citato i capisaldi dell’associazione: centralità della persona, la vita umana è sempre al primo posto. Solidarietà: agire concretamente per aiutare chi è in difficoltà. Sussidiarietà: mettere le proprie risorse e capacità al servizio della comunità. L’appello si è trasformato in un impegno concreto di solidarietà verso le popolazioni colpite. Storchi ha invitato gli associati a non limitarsi alla sola condanna morale.

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“Le parole devono essere seguite dalle azioni,” ha incalzato. “Dobbiamo mobilitare le nostre reti per supportare le organizzazioni che stanno fornendo aiuti umanitari essenziali in Ucraina e a Gaza. È il nostro modo di applicare i principi cristiani al fare impresa: non un assistenzialismo generico, ma un investimento nella ricostruzione della speranza e della dignità.”

L’UCID Reggio Emilia si impegna a promuovere iniziative di sostegno, ribadendo che, anche in un momento di forte incertezza economica globale, la priorità assoluta resta la tutela degli innocenti, vittime dei conflitti e lo strenuo perseguimento della pace, sia a livello individuale che collettivo, promuovendo il dialogo, la diplomazia, la cooperazione internazionale fra Istituzioni, nel pieno rispetto della cultura della non violenza, della dignità umana e dei diritti civili di tutti i popoli.

Nino Apreda, presidente Ucid di Napoli, interviene con fermezza sulla drammatica crisi in atto a Gaza, richiamando alla responsabilità etica e alla solidarietà concreta, in linea con gli insegnamenti della Chiesa.

“Come libero cittadino e come dirigente ispirato alla Dottrina Sociale, sento il dovere morale di non restare spettatore. Papa Francesco ci ricorda che non possiamo ‘stare a guardare’ davanti alla inaccettabile sofferenza di uomini, donne e bambini a Gaza,” dichiara il presidente Apreda. “Questa situazione interpella la coscienza di ciascuno e ci spinge a un impegno di fraternità e di sostegno concreto.”

Apreda sottolinea come la sincera volontà di pace debba tradursi in azioni costruttive, distanziandosi da iniziative che rischiano di essere controproducenti.

“Proprio perché crediamo nella forza della solidarietà, riteniamo che non ogni forma di protesta sia adeguata a costruire la pace. Iniziative come la flottiglia o lo sciopero generale possono nascere da intenzioni sincere, ma spesso prestano il fianco a contrapposizioni sterili e a degenerazioni di piazza che nulla hanno a che vedere con la giustizia. Le manifestazioni, quando sfociano in violenza – aggredendo le forze dell’ordine o imbrattando monumenti – non aiutano realmente chi soffre, ma diventano un terreno di scontro,” precisa Apreda.

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Il dirigente UCID indica la strada da seguire, che coniuga coraggio e azione umanitaria: “Esiste, invece, una via silenziosa e forte, incarnata da figure come il Cardinale Pierbattista Pizzaballa: la capacità di portare aiuti concreti alle popolazioni colpite, senza cedere alle logiche della propaganda politica, e allo stesso tempo di denunciare con coraggio lo strapotere del governo di Israele.”

Il presidente ribadisce un principio di coerenza e giustizia universale: “La stessa coerenza ci impone di chiedere con forza la liberazione degli ostaggi ancora trattenuti: la vita di ogni persona ha lo stesso valore e la fraternità non ammette distinzioni di parte.”

L’appello si conclude con un forte richiamo: “Questa è la via che deve ispirarci: la fraternità autentica non si manifesta con gesti che dividono, ma con azioni di giustizia, dialogo e solidarietà concreta. Solo così il nostro impegno, come cittadini e come comunità internazionale, può diventare credibile e realmente orientato alla pace e alla tutela della dignità umana.”