La XIV edizione del convegno ha messo in luce come IA, automazione e competenze professionali possano trasformare i processi tributari, aumentare efficienza e competitività e affrontare le sfide globali del sistema fiscale
La XIV edizione del Forum Fiscale ha rappresentato un’importante occasione di confronto sui temi più attuali del settore tributario. Organizzato da Wolters Kluwer, in collaborazione con il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), il convegno ha visto la partecipazione di autorità – tra cui Maurizio Leo, Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze – imprese, studi professionali e docenti universitari che hanno approfondito temi fondamentali per il panorama fiscale italiano come, per esempio, la riforma fiscale, la cooperative compliance e l’impatto dell’intelligenza artificiale in materia tributaria.
Il Forum è stato introdotto da Giulietta Lemmi, CEO di Wolters Kluwer Italia, Marco Bitossi, Director General Management Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia, e Marco Natali, Presidente di Confprofessioni.
Particolarmente rilevante è stata la discussione sull’impatto dell’IA sul sistema fiscale e sulla gestione dei rapporti tra fisco e contribuenti. L’incontro è stato moderato da Antonio Tomassini, partner di DLA Piper e membro del Professional Board One Fiscale. «L’impatto dell’IA sulla fiscalità si concentra su alcuni ambiti principali: la tassazione dei robot – che potrebbero essere soggetti a tassazione secondo un’interpretazione evolutiva dell’articolo 53 della Costituzione – e le riforme fiscali globali. Il progetto Pillar One, che mirava a una riforma internazionale, sembra al momento irrealizzabile. L’unica misura concreta resta la Digital Service Tax, con un’aliquota del 3% sui ricavi derivanti da pubblicità online, vendita di dati e interfacce digitali, che in futuro dovrebbe essere riconosciuta come imposta diretta, con la possibilità di crediti d’imposta nelle società madri, per esempio negli Stati Uniti», spiega Tomassini.

Tecnologia e persone nella fiscalità
Secondo Giuseppe Zingaro, Group Head of Tax Affairs di Unicredit, l’IA nella fiscalità delle multinazionali è ancora a uno stadio iniziale: «I tool disponibili sul mercato aiutano a semplificare alcune attività, ma il vero contributo arriverà gradualmente. L’IA non è un elemento isolato: fa parte di un percorso più ampio di automazione e digitalizzazione dei processi aziendali. L’obiettivo è ripensare in profondità ciò che facciamo e come lo facciamo, rivedendo i processi con il contributo dei colleghi, per renderli più efficaci ed efficienti grazie alla tecnologia». I fattori abilitanti principali sono due: la qualità dei dati e la loro gestione. «Per ottenere risultati concreti serve una visione completa, end to end, del data lake aziendale. Rimane però fondamentale il ruolo delle persone: le risorse devono essere in grado di utilizzare la tecnologia per raggiungere i propri obiettivi in tema di fiscalità e sviluppare le competenze necessarie. Inoltre, quando l’IA diventa un centro di profitto e redditività, può essere soggetta a tassazione per il valore economico prodotto, un reddito distinto dalla semplice erosione. Questo può valere anche per la tassazione di robot», dichiara Zingaro.
Secondo Sebastiano Zanette, Consigliere Giunta UNGDCEC-Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, l’intelligenza artificiale nei controlli e nell’accertamento fiscale può rappresentare un potente strumento per recuperare il gettito e, al tempo stesso, tutelare il contribuente: «L’interoperabilità delle banche dati e l’uso di algoritmi di analisi consentono di individuare anomalie e ottimizzare i controlli, creando un valore aggiunto. Rimane però imprescindibile il ruolo dell’uomo, che deve restare al centro del processo decisionale: i controlli non devono essere completamente automatizzati, ma sempre fondati su solide basi giuridiche».

Opportunità e rischi della rivoluzione digitale
L’IA sta trasformando radicalmente il modo in cui professionisti, imprese e pubblica amministrazione gestiscono informazioni e processi. «L’IA agentica, in grado di apprendere e prendere decisioni basate su grandi quantità di dati, offre opportunità per aumentare la produttività, ridurre i costi e migliorare l’efficienza operativa, ma solo se accompagnata dal principio dell’affidabilità. Wolters Kluwer, con One AI, fornisce strumenti capaci di offrire risposte attendibili e verificate, basate su contenuti normativi, giurisprudenziali e dottrinali di altissima qualità», spiega Antonella Coperchio, VP Product & Marketing Wolters Kluwer LR Italy.
«L’IA ha automatizzato attività ripetitive, liberando tempo per pensiero, interpretazione e consulenza strategica. Dal 9% del 2024 al 41% del 2025, l’uso quotidiano dell’IA è cresciuto infatti significativamente, dimostrando il suo potenziale. Tuttavia il 59% degli utenti non ha ancora confidenza con il nuovo strumento. L’essere umano resta comunque al centro: dietro ogni algoritmo deve esserci regia e responsabilità. Il vero valore aggiunto dell’IA risiede nella capacità di trasformare la quantità dei dati in conoscenza, completando e potenziando il lavoro dei professionisti», conclude Sergio Boaretto, Product Strategy Director Wolters Kluwer Italia.


































