I commercianti devono affrontare fino a nove ore di inattività all’anno a causa dei sistemi di pagamento poco affidabili, rendendo sempre più attraenti le soluzioni alternative offerte dalle PayTech
Il World Payments Report 2026 del Capgemini Research Institute mette in evidenza le crescenti pressioni sulle banche affinché modernizzino i propri servizi per i commercianti, incalzate dalla concorrenza delle PayTech, realtà nate per offrire soluzioni tecnologiche dedicate ai pagamenti. Giunto alla sua 21ª edizione, il report evidenzia come le banche debbano affrontare una strada in salita: i livelli di soddisfazione tra i commercianti sono bassi, in particolare tra le piccole (15%) e medie imprese (22%). Eppure, il 66% degli intervistati continua a preferire i provider tradizionali per i propri servizi finanziari, segnalando quindi un’opportunità significativa per il futuro.
Le banche rischiano di perdere rilevanza per i commercianti
Secondo il nuovo report, le banche hanno progressivamente messo in secondo piano il business dei servizi ai commercianti, frenate da margini ridotti, infrastrutture sempre più complesse e alti costi operativi, lasciando così spazio alle PayTech. In un contesto sempre più digitale, il 70% dei commercianti considera fondamentali l’affidabilità dell’infrastruttura e l’elevato tasso di successo delle transazioni, ma solo il 19% delle banche ritiene di poter garantire questi standard. Analogamente, il 69% dei commercianti richiede processi rapidi e senza intoppi per l’onboarding, mentre soltanto il 13% dei dirigenti bancari ritiene che il proprio istituto sia in grado di offrirli appieno.
Il report evidenzia come l’onboarding dei commercianti rappresenti un ostacolo significativo, dal momento che presso le banche può richiedere fino a sette giorni, con un costo medio fino a 496 dollari. Le PayTech, al contrario, consentono ai loro clienti di essere operativi in meno di 60 minuti, con un costo che parte da 214 dollari. Un processo lento e macchinoso costa ai commercianti tempo, ricavi e pazienza, aumentando così il rischio di fuga.
“Molte banche si sono concentrate sul business dell’emissione di carte piuttosto che sull’acquisizione di commercianti, facendo emergere lacune che i concorrenti digitali hanno colmato conquistando quote di mercato”, ha dichiarato Jeroen Hölscher, Global Head di Payment Services di Capgemini. “Il 40% dei commercianti è pronto a cambiare. Il messaggio è chiaro: le banche rischiano di uscire dall’ecosistema dei pagamenti per i commercianti. Per invertire la rotta, devono eliminare le criticità che costano tempo e denaro ai loro clienti e aprirsi alle possibilità offerte dall’intelligenza artificiale generativa. Chi agirà rapidamente mettendo i commercianti al centro della propria strategia sarà in grado di competere con le PayTech nella nuova era del commercio.”
Le PayTech sono in vantaggio nella corsa all’innovazione
Sul fronte dell’innovazione, le PayTech stanno superando le banche creando un divario significativo. Ad esempio, il 70% delle PayTech ha già adottato sistemi di orchestrazione dei pagamenti, essenziali per instradare in modo intelligente le transazioni, mentre appena il 47% lo ha fatto. Un ulteriore 41% delle banche dichiara di aver adottato la Gen AI nelle proprie attività, rispetto al 60% delle PayTech. Allo stesso modo, le PayTech stanno ridefinendo le aspettative del mercato in linea con l’evoluzione normativa: quasi la metà di queste realtà dà priorità alle valute digitali delle banche centrali (CBDC) e agli stablecoin, mentre il 59% sta esplorando framework per l’identità digitale. In confronto, solo il 23% e il 38% delle banche si stanno muovendo in queste direzioni.
Le lacune nella prevenzione delle frodi e nell’elaborazione dei pagamenti sono un’altra area che necessita di miglioramenti. Solo il 26% dei dirigenti bancari si dichiara fiducioso nella capacità della propria organizzazione di garantire sicurezza avanzata e protezione dei dati. I commercianti sentono un impatto diretto, registrando perdite pari al 2% dei ricavi complessivi a causa di frodi sui pagamenti e fino a 9 ore di inattività l’anno dovute a sistemi inaffidabili.
Le carte sono in calo in tutto il mondo, mentre si registra un boom del nuovo mix di pagamenti digitali
Negli ultimi dieci anni, le transazioni senza contante sono quadruplicate a livello globale, con quasi il 90% concentrato nei settori retail e B2C. Nel 2024, il volume stimato ha superato gli 1,6 trilioni di operazioni, e le proiezioni indicano che supererà i 3,5 trilioni entro il 2029.
A livello globale, i pagamenti istantanei e i digital wallet stanno guadagnando peso nel mix dei metodi di pagamento, passando dal 13% del 2020 al 25% del 2024. Al contrario, la quota delle carte è destinata a scendere dal 65% al 52% nello stesso arco di tempo, anche se il numero totale di transazioni con carta continua a crescere.
La regione Asia-Pacifico guida questa crescita, con quasi 800 miliardi di transazioni digitali nel 2024 e una crescita prevista del 21% anno su anno nel 2025. Al contrario, il Nord America ha registrato circa 256 miliardi di transazioni digitali nel 2024, con una crescita più modesta (7%) attesa per l’anno prossimo, dal momento che le carte continuano a dominare il mercato.
Le banche devono cogliere l’opportunità
La combinazione tra l’aumento delle transazioni nell’e-commerce e la staticità del settore dei pagamenti rendono i servizi ai commercianti un’occasione preziosa per le banche di rafforzare i rapporti oltre la semplice elaborazione dei pagamenti. Le banche possono far leva sui propri punti di forza, come la fiducia consolidata e la capacità di supportare il capitale circolante, costruiti in decenni di attività. I commercianti riconoscono infatti la reputazione dei brand bancari (78%), la stabilità e la presenza di lungo periodo sul mercato (49%) e l’ampia gamma di servizi finanziari (46%), superiori rispetto alle PayTech.
Molti commercianti sarebbero disposti a tornare ai provider tradizionali se questi fossero in grado di offrire servizi integrati e su misura per i diversi settori: ad esempio, un’integrazione fluida con le piattaforme di food delivery per i ristoranti o programmi fedeltà immediati per i retailer. Otto commercianti su dieci affermano inoltre che prenderebbero in considerazione l’idea di passare a una banca se questa fosse in grado di offrire tutti i servizi di una PayTech allo stesso costo.
            

































